Almeno 100 persone sarebbero morte sotto i bombardamenti aerei sauditi nella sola giornata di ieri secondo l’agenzia yemenita Saba, ripresa dall'agenzia AsiaNews. A pochi giorni dall’ennesima visita nel Paese dell’inviato speciale delle Nazioni Unite Ismail Ould Sheik Ahmad, in carica dallo scorso aprile, la situazione nello Stato del Golfo è sempre più critica. I raid aerei della coalizione a guida saudita continuano in tutto il Paese, così come gli scontri sul terreno fra Houthi, truppe filo-governative e milizie tribali. L’ipotesi di una tregua umanitaria, negoziata dall’inviato Onu e più che mai necessaria, appare pertanto ancora lontana.
Civili sotto attacco
Fra le vittime degli attacchi, riporta AsiaNews, ci sarebbero molti civili, fra cui
donne e bambini che si trovavano nei mercati delle cittadine di Lower Joub e al-Foyoush.
Dal 19 marzo a oggi, secondo l’Onu, i bombardamenti avrebbero causato oltre 3mila
vittime, metà delle quali civili, e 14mila feriti, facendo precipitare una situazione
umanitaria già delicata. Secondo l’ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari
dell’Onu 4 yemeniti su 5 hanno bisogno di aiuti di base, mentre uno su due non ha
accesso regolare a cibo e acqua potabile. Oltre un milione di persone ha abbandonato
la propria casa in seguito agli scontri e il sistema sanitario è al collasso.
Emergenza umanitaria di terzo livello
Dalla fine di giugno le Nazioni Unite hanno dichiarato un’emergenza umanitaria di
“terzo livello” per lo Yemen. Con la sigla “L3” l’Onu indica situazioni che richiedono
interventi prioritari e stretta collaborazione fra le organizzazioni internazionali
per dare assistenza alla popolazione. Oltre allo Yemen, a rientrare in questa categoria
sono oggi Siria, Sud Sudan e Iraq. La consegna degli aiuti è però ostacolata dall’instabilità
e dagli scontri continui. Il cessate il fuoco umanitario invocato da Ban Ki-moon la
scorsa settimana appare lontano, nonostante gli Houthi, la principale forza militare
sul terreno, si siano mostrati disponibili.
Un anno di conflitto
Dopo le rivolte del 2011, lo Yemen ha attraversato una fase di transizione turbolenta,
sfociata in un conflitto sempre più esteso. L’occupazione della capitale Sana’a da
parte delle milizie degli Houthi, un gruppo tribale del nord a maggioranza sciita,
nell’estate 2014, ha di fatto sancito la sconfitta del presidente Abedrabbo Mansour
Hadi, rifugiatosi in Arabia Saudita lo scorso febbraio. Divisioni politiche e tribali,
antichi rancori e pesanti ingerenze esterne rendono quello yemenita un conflitto di
difficile risoluzione. (G.Z.)
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