“Cambia il Pianeta - Cura le persone” è la campagna lanciata nel corso della presentazione, in Sala Stampa Vaticana, della Conferenza: “Le persone e il pianeta al primo posto: l’imperativo di cambiare rotta”, in programma il 2 e 3 luglio a Roma. L’incontro è organizzato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace insieme alla rete Cisde, associazioni di ong cattoliche. Ce ne parla Benedetta Capelli:
L’Enciclica di Papa Francesco: “Laudato si’” è la guida, il faro che indica la strada per invertire la rotta sul fronte dei cambiamenti climatici. I relatori che in Sala Stampa vaticana hanno presentato la Conferenza di domani e venerdì a Roma lo hanno sottolineato più volte mettendone in luce la prospettiva innovativa e il richiamo urgente all’azione. Secondo il card. Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, bisogna partire dall’osservazione del Papa ovvero che il clima è un bene comune, che siamo di fronte ad una delle sfide più importanti di questi tempi, che l’attività umana ha danneggiato l’ambiente con inevitabili ripercussioni a livello sociale, economico e politico. Pertanto è necessario cercare nuovi modi di intendere l’economia e il progresso. L’intervento del porporato è stato letto da Flaminia Giovanelli, sottosegretario del dicastero vaticano:
“Yet the single biggest obstacle…
L’unico grandissimo ostacolo ancora all’imperativo
di cambiare corso non è economico, scientifico o anche tecnologico, ma piuttosto interno
alle nostre menti e ai nostri cuori. Le stesse menti, che impediscono di prendere
decisioni radicali e invertire il trend del riscaldamento globale, impediscono anche
di raggiungere l’obiettivo di eliminare la povertà. E’ necessario un approccio nel
complesso più responsabile per affrontare entrambi i problemi: la riduzione dell’inquinamento
e lo sviluppo dei Paesi e delle regioni più povere”.
Bernd Nilles, segretario generale della Cisde, "International Alliance of Catholic Development Organisation", ha messo in luce la necessità di lavorare insieme perché la solidarietà aiuta ad affrontare alla radice i problemi. Il suo è un invito alla partecipazione, a combattere la sfida del cambiamento climatico mettendo in campo soluzioni che possono partire dal basso, dai nostri stili di vita, dal far sentire la propria voce facendo pressioni sui governi e per questo la Conferenza di Parigi sul clima sarà cruciale. E in vista di questo appuntamento ha lanciato una campagna ad hoc:
“We launched today…
Abbiamo lanciato oggi, con questa conferenza stampa,
la nuova campagna internazionale 'Change for the planet, care for the people' sullo
stile di vita, che invita le persone a cambiare la propria vita e a percorrere una
strada verso un futuro sostenibile”.
Sette i punti toccati dal prof. Ottmar Edenhofer, co-chair dell'"Intergovernmental Panel on Climate Change", per raccontare l’Enciclica del Papa che non è solo un testo sul clima ma riguarda anche la povertà e l’ineguaglianza. “Difficile ma non impossibile”: così Naomi Klein, giornalista e scrittrice canadese, da anni teorica e attivista del movimento no-global, ha voluto invitare la politica a non nascondersi di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici. Un intervento di grande impatto per lei che si definisce “femminista, ebrea e laica”, stupita dall’invito ma particolarmente colpita dall’Enciclica di Papa Francesco, che ha invitato a leggere con il cuore. Sotto accusa anche il sentirsi più forti della natura che ha portato all’incapacità di rispettare il creato:
"We can save ourselves…
Possiamo salvarci, ma solo se abbandoniamo il dominio
e la supremazia e impariamo a lavorare con la natura".
Nella sua analisi, Naomi Klein evidenzia come i modelli economici dominanti abbiano calpestato le persone:
“The truth is that we have arrived…
La verità è che siamo arrivati ad un punto pericoloso,
in parte perché molti degli esperti economici ci hanno deluso, esercitando le loro
forti capacità tecnocratiche senza saggezza. Hanno prodotti modelli che davano scandalosamente
pochissimo valore alla vita umana, soprattutto a quella dei poveri, proteggendo i
profitti aziendali e la crescita economica a tutti i costi.
“La posta in gioco è alta – afferma – e non possiamo dividerci, né permettere alle differenze di dividerci”. Naomi Klein ha ricordato la marcia di 400 mila persone nel settembre scorso a New York e il grido lanciato che va ascoltato:
“But difficult is not the same…
‘Difficile’ non è ‘impossibile’. Smettere di avere
fiducia in un lavoro che può salvare innumerevoli vite e prevenire tanta sofferenza,
semplicemente perché è difficile, costoso e richiede sacrificio, non è un atteggiamento
pratico: è il tipo più vigliacco di resa”.
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