2015-07-01 13:51:00

Chiesa, educazione e sport in un convegno alla Lumsa


Formare educatori e professionisti dello sport in modo da trasmetterne i valori più autentici. E’ quanto si propone un nuovo corso di studi  promosso dall’Università Lumsa e presentato oggi a Roma. Un’occasione per parlare del rapporto tra Chiesa, sport ed educazione. Il servizio di Michele Raviart:

Lo sport è un’attività che prescinde dai bisogni primari e per questo, anche se sembra inutile ai fini pratici, eleva l’uomo e lo rende libero. Così il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, spiega l’importanza antropologica dello sport e il suo filo diretto con la spiritualità. La stessa parola “ascesi”, continua, deriva da un termine tecnico greco per indicare l’esercizio fisico:

“Non bisogna mai dimenticare che lo sport suppone in sé l’esercizio, e l’esercizio è un lavoro faticoso, costante, continuo, di formazione e di impegno. Per questo motivo è indispensabile che ci sia accanto una persona che ti formi anche dal punto di vista semplicemente tecnico. D’altra parte, proprio perché consideriamo l’esperienza sportiva - il gioco - come un’esperienza antropologica globale, è necessario che ci sia accanto una sorta di maestro, il quale ti conduce non solo a formarti tecnicamente, ma anche umanamente. Perché l’esercizio vero è la crescita in umanità, e non soltanto in tecnica sportiva”

Lo sport “educa alla vita attraverso una competizione virtuosa”, dice mons. Mario Lusek, responsabile della Cei per la Pastorale del tempo libero turismo e sport. La sua presenza accanto alle delegazioni “azzurre” durante le olimpiadi e i mondiali sottolinea la vicinanza della Chiesa a questo mondo, al quale si rivolge spesso anche il Papa

Papa Francesco sta quasi creando un nuovo alfabeto della pratica sportiva, sta indicando delle possibilità e dei modi con cui la Chiesa può essere vicina a questo mondo. Lui indica sempre per un giovane tre dimensioni: il lavoro, lo sport e la scuola - la formazione - e le mette insieme dicendo che il futuro di un giovane è in questi tre elementi. Allora la Chiesa abita il mondo dello sport, anche con la figura del prete, che assume un significato non solo liturgico-cultuale, ma anche educativo e formativo, dando quell’anima che spesso manca al mondo dello sport”

Decisivi in questo senso gli oratori, presìdi educativi in tante “periferie”. Dove si impara il rispetto per l’altro e l’importanza del lavorare insieme per raggiungere un obiettivo comune. Giovanni Malagò, presidente del Coni, Comitato olimpico nazionale italiano.

“La presenza dello sport all’interno degli oratori passa e si muove attraverso il mondo degli enti di promozione: il Csi, i salesiani, le Acli, che sono fortemente radicati su tutto il territorio. Lì c’è una storia che parte da lontano, dall’inizio del secolo passato, su cui si è potuto praticare lo sport, in un contesto di fede e anche di studio. È un modello che ha portato molte soluzioni ai problemi sociali del Paese e soprattutto ha portato grandi campioni che hanno reso il nostro Paese importante nel mondo”.








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