2015-06-30 13:51:00

Atene e Bruxelles trattano in extremis sul piano dei creditori


Oggi scade il termine per il rimborso di 1,7 miliardi al Fondo monetario internazionale (Fmi), che il governo ellenico non intende rispettare e a mezzanotte termina anche il programma di aiuti della cosiddetta troika. Ma in queste ore il premier Tsipras sta considerando un’offerta di accordo fatta in extremis dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, mentre la cancelliera tedesca, Angela Merkel, avverte che il dialogo può proseguire anche dopo la mezzanotte. Il servizio di Marco Guerra:

Ancora nessuna riposta da parte del governo greco all’offerta dell’ultimo minuto presentata dal commissione europea, Jean-Claude Juncker. Lo conferma il portavoce dell'esecutivo Ue, che sottolinea che "la porta rimane aperta per un accordo", ma "il tempo sta per scadere" con il secondo programma di aiuti in scadenza alla mezzanotte di oggi. Ieri sera, il premier ellenico Tsipras ha chiamato Juncker, il quale ha presentato l’architettura di questo accordo in extremis che prevede che Atene accetti l'offerta dei "creditori" con prolungamento del programma di salvataggio per cinque mesi, la ridiscussione delle condizioni del debito greco e un impegno a fare campagna per il "sì'" al referendum, cambiando quindi linea rispetto all'indicazione attuale per il "no". Secondo fonti della Commissione Ue, i contatti fra le parti sono ancora in corso, mentre il ministro delle Finanze, Varoufakis, ha detto di sperare in un’intesa. Per un commento sulla situazione delle finanze greche, il parere dell’analista ellenico, Giorgio Arfaras, intervistato da Emanuela Campanile:

R. – Ci sono delle scadenze a breve termine: con il Fondo monetario e un’altra con il Fondo Salva Stati. Però, il grosso del debito pubblico greco scade nel corso dei decenni, quindi non è un problema di rendere il debito. Il debito va in scadenza e chi lo ha in mano lo rinnova. Quindi, i greci non devono rendere 240 miliardi di euro, ma semplicemente devono dare in modo che quando il debito va in scadenza, gli altri glielo rinnovino. Di conseguenza, si ha un debito che scade nei decenni, si pagano gli interessi su questo debito, quando va in scadenza viene rinnovato e si va avanti così, contando che la Grecia si riprenda economicamente, perché l’economia è morta, perché la disoccupazione è al 25%, e via andando… Non è un problema di debito, il grosso del debito è un fatto di negoziato politico.

Intanto, a cinque giorni dal referendum, in Grecia cresce la perplessità fra il popolo chiamato a decidere sul piano dei creditori, sentiamo la testimonianza del medico cardiologo, Vassilis Christopoulos:

R.  – Soldi non ce ne sono però anche le televisioni esagerano. La gente ha problemi, non sa se le pensioni saranno pagate, i medici vengono pagati un mese sì e uno no. Mia figlia, per esempio, ha lavorato in una banca per quattro anni. All’improvviso, una mattina, ha chiuso e sono rimasti senza lavoro.

D.  – Ci sono riflessi anche sul sistema sanitario?

R.  – Sarà più di un anno che il sistema sanitario non funziona… La gente con i libretti che aveva prima andava dai medici per essere curata, adesso non è più possibile. Devono andare negli ospedali che sono pieni o curarsi come capita, il sistema sanitario peggiora ogni giorno. Tutti hanno problemi. Le pensioni non vengono pagate e non si possono comprare le medicine. Ma gli ospedali hanno difficoltà a offrire tutto quello di cui c’è bisogno.

D. – Sul referendum qual è il sentimento dei greci? Come voterete domenica prossima?

R. – I greci sono delusi dagli europei, sono molto delusi. Se non fossero state bloccate le banche, avrebbe sicuramente vinto Tsipras. Le persone hanno paura e forse vincerà il "sì" perché la maggior parte dei greci vuole l’euro: non vogliono più pagare i peccati del passato, basta con i peccati, si sono stancati. I giovani di oggi non ce la fanno più. Il problema è: ce la facciamo dentro l’euro? Non hanno fiducia. Ce la facciamo senza l’euro? Non hanno fiducia in entrambi i casi. Le persone tre mesi fa hanno votato Syriza, adesso hanno paura di perdere le pensioni e dicono che voteranno "sì".

D.  – Che cosa sperate che avvenga?

R.  – Quello che sperano tutti è che si mettano d’accordo oggi. La cosa più bella è che si mettano d’accordo prima del referendum.

Infine, stamani borse europee contraste dopo che ieri hanno bruciato 287 miliardi di euro per i timori legati alla Grecia. L’Ue restata tuttavia al riparo di rischi di un eventuale "default" di Atene, come conferma l’economista Alberto Quadrio Curzio, al microfono di Alessandro Guarasci:

R. – La solidità dell’eurozona c’è, anche perché la Banca Centrale europea ha adeguati strumenti di intervento e dunque nel medio termine ci saranno certamente delle volatilità ma non effetti dirompenti. Tuttavia, l’eurozona stessa dovrà concepire una forma di governo che sia più adeguata alla natura di soggetti istituzionali che attualmente non esistono o comunque sono molto deboli.








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