2015-06-23 14:50:00

Card. Parolin: promuovere libertà religiosa per costruire casa comune


"La diplomazia della Santa Sede considera la promozione della libertà religiosa una priorità dei suoi impegni internazionali”. E’ quanto affermato dal cardinale Pietro Parolin al Convegno per i 40 anni dell’Atto finale di Helsinki, tenutosi oggi nella Sala Zuccari del Senato Italiano. Ad introdurre i lavori è stato il presidente del Senato, Pietro Grasso. Il segretario di Stato Vaticano, dopo un articolato a appassionato ricordo di cosa rappresentò la Conferenza di Helsinki per la Santa Sede, ha osservato che ancora oggi la libertà religiosa non è minacciata “solo in Paesi totalitari, ma anche in Stati che, pur definendosi neutri, escludono di fatto qualsiasi espressione religiosa della vita pubblica”.

Santa Sede impegnata contro intolleranza e discriminazione
La Santa Sede, ha detto il porporato, non cessa di ricordare alla comunità internazionale la necessità di combattere l’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani con la stessa determinazione con cui lotta contro l’odio nei confronti di membri di altre comunità religiose”. Ancora, ha sottolineato che la libertà religiosa e i diritti umani sono “alla base della pace e della stabilità in Europa”. Se infatti, "il dialogo è lo strumento per raggiungere la pace, la tutela dei diritti umani è la garanzia per conservarla". Quindi, ha rivolto un pensiero particolare “ai diritti fondamentali dei migranti, il cui status di stranieri, non cancella la loro identità come membri della stessa famiglia umana”.

Agire contro la cultura dello scarto, tutelare il bene comune
La commemorazione dei 40 anni dell’Atto finale di Helsinki, ha proseguito, “diventa oggi l’occasione per un appello a tutelare la nostra casa comune”, a “costruire la nostra casa comune” e ad agire “perché non prevalga quella cultura dello scarto, che misura il valore dell’essere umano solo secondo le categorie economiche”. Dove viene promossa la libertà religiosa, ha ribadito, si “tutela il bene comune di tutti i cittadini, credenti o non credenti e si pongono le premesse per un’azione inclusiva, che non trascuri i poveri, gli ultimi, le minoranze, le periferie”.

San Giovanni Paolo II e l’atto di speranza nel processo di Helsinki
Il card. Parolin ha concluso il suo intervento riprendendo le parole di San Giovanni Paolo II, in occasione del viaggio apostolico in Finlandia nel 1989: “Nel nobile compito di portare a termine il processo di Helsinki – disse Karol Wojtyla – la Chiesa cattolica non mancherà di essere accanto a voi, al vostro fianco, in quel modo discreto che caratterizza la sua missione religiosa. Essa è infatti convinta della validità dell’ideale incarnato qui quattordici anni fa in un documento che per milioni di Europei è più di un documento finale: è un atto di speranza”. (A cura di Alessandro Gisotti)








All the contents on this site are copyrighted ©.