2015-06-22 14:34:00

Attacco talebano in Afghanistan: tra le vittime, donne e bambini


È stato rivendicato dai talebani, su Twitter, l'attacco di questa mattina in Afghanistan, contro il complesso che ospita il parlamento di Kabul: il bilancio è di almeno 2 civili morti e oltre 30 feriti, tra cui donne e bambini; i 7 assalitori sono stati uccisi dalle forze di sicurezza. Ad entrare in azione un kamikaze ed un commando armato, con un’autobomba, cariche esplosive, razzi e armi automatiche. I mujahiddin hanno dichiarato di aver sferrato l’attacco alla Camera bassa “al momento della presentazione del ministro della Difesa”, Mohammad Massoom Stanekzai, scelto dal presidente Ashraf Ghani e noto per aver guidato l'Alto consiglio di pace afghano. Per la sessione parlamentare era in corso anche una diretta tv. L’attentato è stato condannato da Stati Uniti e Pakistan. Giada Aquilino ha intervistato Dario Fabbri, analista della rivista geopolitica ‘Limes’:

R. – Ci può essere una triplice lettura. I talebani sono in questo momento impegnati in un negoziato, sebbene tuttora informale, con le autorità e il governo afghani e questo attacco - nell’ottica talebana - potrebbe rappresentare un rafforzamento del loro potere negoziale nei confronti del governo. Inoltre, sempre secondo i loro calcoli, potrebbe rafforzarne la posizione invece nei confronti del sedicente Stato Islamico. Infatti, benché lo Stato Islamico si stia espandendo lentamente ed abbia acquistato soltanto poche unità di miliziani in Afghanistan e in Pakistan, sembrerebbe in ascesa: nelle ultime settimane ci sono stati violenti scontri tra miliziani afferenti allo Stato Islamico e talebani. Per cui in questa fase - dopo che c’è stata addirittura una lettera inviata al ‘Califfo’ al Baghdadi da parte dei talebani, in cui gli veniva chiesto di allontanare i suoi seguaci dal Paese - l’attacco potrebbe o dovrebbe spaventare anche i gruppi rivali. E infine c’è un’ultima possibile lettura, che è quella riguardante il governo: l’attacco potrebbe servire, oltre a palesare la fragilità delle istituzioni democratiche, anche a impedire la conferma del ministro della Difesa.

D. – I talebani da fine aprile conducono la loro annuale “offensiva di primavera”: questa del 2015 è la prima senza una massiccia presenza delle forze internazionali…

R. - Sì, è la prima. I risultati sono finora altalenanti nel senso che nelle ultime ore sono state conquistate alcune piccole città, alcuni villaggi nella provincia settentrionale di Kunduz ma a differenza di altre occasioni non si è trattato, almeno finora, di un’offensiva in larghissima scala, sebbene abbia avuto dei risultati, nonostante l’assenza delle truppe occidentali nel Paese. E’ difficile in questo momento stabilire il perché di questa ondata relativamente minore ma, come anticipato, ci sono colloqui di pace, sebbene informali, tra il governo afghano e i talebani e una fazione dei talebani - che è quella politica, che risiede in Qatar - probabilmente non vuole spingersi oltre una certa soglia nel momento in cui negozia una possibile soluzione politica alla crisi, che ormai dura da 14 anni.

D. – Tra l’altro, le autorità afghane sperano nell’aiuto del Pakistan per portare i talebani a proseguire le trattative di pace. E’ possibile?

R. – Sembrerebbe di sì. I talebani ormai sono entrati nell’ordine di idee che la soluzione politica, almeno una parziale soluzione politica, unita comunque a una guerriglia, sia l’unica via percorribile. Addirittura si sono detti disponibili a tollerare la presenza sul territorio afghano di truppe americane, almeno fino al 2016, quando dovrebbero lasciare definitivamente il Paese, e anche oltre il 2016 per quanto riguarda il reparto di militari statunitensi preposti a difendere l’ambasciata a Kabul. Queste sono grandi aperture da parte dei talebani che palesano almeno la volontà di negoziare.

D. – Il presidente Ghani proprio nelle ultime ore aveva prorogato i poteri della Camera bassa del Parlamento a causa del mancato svolgimento di nuove elezioni legislative per ragioni finanziarie, politiche, tecniche. Che Paese è oggi l’Afghanistan?

R. – Abbiamo a che fare con istituzioni politiche ancora fragili, con difficoltà di difendere il territorio, ma almeno c’è il vantaggio di avere vicini - dalla Cina alla Russia, al Pakistan e all’India - che hanno l’obiettivo in questo momento di mantenere la stabilità dell’Afghanistan.








All the contents on this site are copyrighted ©.