2015-06-18 14:10:00

Lotta al cancro: presentato volume "Il male (in)curabile"


Combattere il cancro non solo attraverso la ricerca scientifica, ma anche attraverso una migliore comunicazione medico-paziente e nei media. E’ quanto si propone il volume “Il male (in)curabile”, promosso dall’associazione “Insieme contro il cancro”. Nel libro, presentato ieri nella sede della Radio Vaticana, si alternano divulgazione scientifica e interviste ai direttori delle più importanti testate italiane. Il servizio di Michele Raviart:

Spesso definito dai media come “male incurabile”, il cancro rimane un nemico temibile, ma tutt’altro che invincibile. Dal 1990 a oggi il tasso di mortalità è sceso del 20%, mentre il 57% degli uomini e il 63% delle donne guariscono e tornano ad avere un’aspettativa di vita simile a quella della popolazione sana. Questo è stato possibile grazie ai progressi della ricerca, come spiega il prof. Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Tor Vergata:

“La cosa fondamentale è la possibilità di leggere tutto il Dna del cancro. Prima non era possibile, noi vedevamo una finestra, non il palazzo intero. E quindi bisogna vedere quante sono le finestre rotte di un palazzo, sulla base di queste riusciamo a trovare i farmaci specifici per ognuno di quelli ed è questa la strategia che dobbiamo seguire. Questo in parte si chiama 'riposizionamento dei farmaci’, cioè farmaci che prima, e ancora, servono per curare malattie come il diabete, l’altero-sclerosi, malattie autoimmuni e quant’altro, oggi possono avere anche un ruolo nella terapia del cancro, se la base genetica è la stessa”

In Italia tre milioni di persone vivono con una diagnosi di tumore. Un numero alto – nel 2014 sono stati registrati 365 mila nuovi casi – ma che contiene anche aspetti positivi, visto che aumenta la quantità di chi sopravvive alla fase acuta della malattia. Ma sopravvivere non basta, afferma l’avvocato Elisabetta Iannelli, che lotta contro il tumore da quando aveva 24 anni:

“Ci siamo battuti tanto per i due pilastri della vita di un essere umano: la famiglia e il lavoro. Se viene tolta la speranza - che dà anche dignità a una persona - di poter essere di nuovo parte attiva della società, di avere la possibilità anche solo di sognare, di avere una famiglia e dei figli – e parlo magari di un giovane, una giovane che si ammala e non ha ancora messo su famiglia… Allora, se viene tolto tutto questo, sì, li abbiamo curati, ma abbiamo fatto un po’ un lavoro a metà”

La cura deve quindi partire da un approccio psicologico complessivo nei confronti del malato, a cominciare da un rapporto “etico” tra medico e paziente fondato sula comunicazione. Mons. Augusto Chendi, sottosegretario del Pontificio consiglio della pastorale per gli operatori sanitari:

"Le patologie oncologiche, i cosiddetti mali incurabili, che assumono ancora maggiore rilievo e drammaticità quando si manifestano in età pediatrica, chiamano in causa una vera alleanza terapeutica, costituita senz’altro anche dalla comunicazione. Si tratta di una comunicazione corretta e appropriata delle nuove risultanze, per favorire la prevenzione, per comunicare correttamente la diagnosi e per pianificare una cura adeguata, ma alla base della quale, sta sempre una relazione interpersonale irrinunciabile".

Il 40% dei tumori può essere evitato grazie a uno stile di vita sano. Prevenzione e ricerca rimangono quindi le armi migliori per cercare di sconfiggere la malattia. Il reverendo Renzo Pegoraro, cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita.

"Noi tante volte diciamo: ‘finché c’è vita, c’è speranza’. Io dico spesso che ‘finché c’è speranza, c’è vita’. Ma anche 'finché c'è ricerca, c'è speranza', ma anche 'finché c'è speranza si continua a cercare'. Cos’è la speranza? Per prima cosa, è quanta speranza uno accumula attraverso le esperienze della sua vita. Secondo ingrediente è quanta te ne danno gli altri, quanta speranza ti trasmette chi ti sta accanto: dalla famiglia, agli operatori, alle associazioni, a tutto ciò che collabora a tal fine. E terzo, quella che viene dal buon Dio, che nella fede ti dona la speranza e completa il quadro della nostra realtà più profonda”.








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