I vescovi austriaci si attendono risultati positivi “e molti buoni frutti” dal prossimo Sinodo per la famiglia. Lo scrivono i membri della Österreichische Bischofskonferenz (Öbk), Conferenza episcopale austriaca, che hanno terminato ieri la sessione plenaria estiva, presso il santuario mariano di Mariazell. Al Sinodo parteciperà come rappresentante della Öbk il vescovo di Feldkirch, mons. Benno Elbs, oltre al card. Christoph Schönborn in quanto membro del Consiglio sinodale. Le aspettative per il Sinodo, che si terrà dal 4 al 25 ottobre in Vaticano, sono definite "molto alte" e i vescovi tutti dovranno contribuire al suo successo “in sincerità e umiltà”, è scritto nella dichiarazione finale. Hanno partecipato ai lavori sul Sinodo - riporta l'agenzia Sir - anche i presidenti dell’Azione cattolica austriaca, Gerda Schaffelhofer, dell’Unione delle associazioni cattoliche, Helmut Kukacka, del Consiglio per i laici cattolici dell’Austria, Theo Quendler e Alfred Trendl dell’Associazione delle famiglie cattoliche.
Cura delle persone che soffrono le conseguenze di ingiustizie e fallimenti
Nel documento di sintesi dei lavori i vescovi esprimono la validità e l’attualità
della “connessione per tutta la vita dell’uomo e della donna con amore e lealtà, sostenuti
dal desiderio dei figli”, ma anche la necessità di una particolare cura per le persone
che “soffrono per le conseguenze di ingiustizie, peccato e il fallimento nella vita
personale e familiare”.
Il tema di rifugiati e profughi
Durante i lavori dell’assemblea i vescovi austriaci hanno affrontato il problema dell’intervento
umanitario per i rifugiati e i profughi: l‘Europa dovrebbe impegnarsi a trattare con
maggiore umanità i rifugiati in quanto è il Continente più prospero perché "ciò di
cui abbiamo bisogno sono ponti, non solo recinzioni". Per i vescovi austriaci “non
si devono sottovalutare” le preoccupazioni e le paure della popolazione “a causa dell‘aumento
dei richiedenti asilo”, ma nella discussione “c’è bisogno di informazione e obiettività
per evitare una spaccatura nella società".
I vescovi ribadiscono il diritto d'asilo per le persone in fuga
Allo stesso tempo, i vescovi ricordano che "il diritto umano all‘asilo è un bene
prezioso e un obbligo di diritto internazionale”, e “l‘Austria può così agire senza
compromessi” anche alla luce delle procedure rapide per il diritto d’asilo “e gli
standard elevati di assistenza quando si tratta di persone in fuga”. I rifugiati provenienti
da quelle regioni dell‘Africa e del Medio Oriente, afflitti dalla guerra, violenze
e persecuzioni, hanno rischiato la vita per sfuggire a condizioni disumane. "È un’ingiustizia
assistere pigramente quando uomini, donne e i loro figli sono in fuga nel Mediterraneo
alle porte dell’Europa", dicono i vescovi perché la "fuga non è un crimine". I vescovi
hanno peraltro espresso un forte rammarico per il dibattito istituzionale in corso
in materia di asilo, che si orienta per una restrizione della materia, ciò in contrasto
con la vocazione storica all’accoglienza dell’Austria. (R.P.)
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