2015-06-15 07:48:00

Le Chiese asiatiche si preparano all'enciclica "Laudato si"


Mancano pochi giorni alla pubblicazione dell’enciclica di Papa Francesco sulla salvaguardia del Creato: intitolata “ 'Laudato si’ sulla cura della casa comune”, è attesa per il 18 giugno. Intanto, le diverse Chiese del mondo si sono già attivate, a livello locale, per sensibilizzare i fedeli su questo tema, così importante nel magistero di Papa Bergoglio. Ed è proprio in questo contesto che va collocata la pubblicazione del documento “Verso una gestione responsabile della Creazione – L’approccio asiatico”, preparato dalla Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc).

Questione climatica non è solo politica, ma anche teologica
Piuttosto corposo, in oltre cinquanta pagine tale testo affronta il tema dell’ecologia dal punto di vista teologico, ribadendo l’importanza della collaborazione ecumenica ed interreligiosa nel settore ed offrendo anche suggerimenti pratici per promuovere una cultura ecologica. Suddiviso in sei capitoli, il documento della Fabc si apre con una riflessione sulla distruzione e la manipolazione dell’ambiente perpetrata dall’uomo, il quale “in nome di un guadagno a breve termine, ha compromesso le opportunità delle generazioni future”. “La ricerca di una soluzione a questo problema – si legge nel testo – non può essere solo politica, economica o tecnologica, ma richiede anche un contributo religioso e spirituale, in una prospettiva teologica”.

Logica della produttività non prevalga sulla tutela della vita
Quindi, il pamphlet si concentra sulla specificità della realtà asiatica, “benedetta – si legge – da foreste, spiagge, montagne, fiumi, e molti altri fattori che mantengono l’ecosistema”. Infatti, “le condizioni ecologiche dell’Asia continuano ad essere cruciali per la qualità dell’intero ambiente globale”, anche perché il continente asiatico “è la maggiore fonte di biodiversità nel mondo”. “La sopravvivenza degli esseri umani è una questione legata ai cambiamenti climatici ed al riscaldamento globale”,  evidenzia la Fabc, lanciando poi un allarme per “la perdita di un senso di soggezione e rispetto nei confronti della vita”, in ogni sua forma. In nome dell’avidità, di una logica della produttività e dell’efficienza, infatti, l’arroganza umana pretende di “disturbare e modificare la natura, creata da Dio”. E purtroppo, continua la Chiesa asiatica, “il materialismo viene prima del valore della vita umana e l’avidità dell’uomo non sa come e quando fermarsi, nonostante gli innumerevoli segnali d’avvertimento lanciati da Madre Natura”.

Necessaria collaborazione ecumenica ed interreligiosa nel settore ambientale
Nel capitolo dedicato alle “Raccomandazioni”, inoltre, la Fabc sottolinea che “la fede cristiana deve promuovere una teologia di gestione responsabile”, partendo da “l’idea che l’uomo e la donna sono co-creatori, insieme a Dio”. Non solo: la Chiesa asiatica ricorda che tale concezione esiste in tutte le tradizioni religiose del continente e questa “caratteristica comune può, quindi, essere incoraggiata per promuovere un dialogo ed un’armonia sempre maggiore tra le diverse tradizioni” locali. “Il Creato è un dono di Dio che deve essere amato da tutti”,  continua il documento, e “la Chiesa deve essere una voce profetica per lanciare un appello alla giustizia, allo sviluppo sostenibile, alla buona governance ed alla tutela dei poveri”.

La Chiesa sia un modello per il resto del mondo
Ma ciò non basta: “la Chiesa deve essere anche un modello per il resto del mondo”, al fine di promuovere “la sostenibilità ecologica” ed “un radicale ripensamento della cultura del consumo”. Essenziale, quindi, “riconoscere gli inalienabili diritti della natura e lavorare per la sua liberazione dall’oppressione umana”. Per fare questo, afferma la Fabc, “i cristiani in Asia sono chiamati ad collaborare con Dio Creatore ed a condividere il privilegio di diventare co-creatori”, secondo “un’etica dell’armonia”.

Le tre R: ridurre, riutilizzare, riciclare
Quindi, la Fabc elenca “alcuni suggerimenti pratici” per promuovere la salvaguardia dell’ambiente: sensibilizzare le scuole, le famiglie, i seminari, i centri di formazione religiosa sul tema dell’ecologia; proporre meditazioni e riflessioni liturgiche sulla presenza di Dio nella natura; incoraggiare le parrocchie a ridurre i consumi, riutilizzando i materiali e trasformandole, se possibile, in veri e propri “Centri del riciclo”, magari capaci di utilizzare l’energia solare; introdurre l’eco-teologia tra le materie di studio dei seminari; organizzare campi formativi sui temi ambientali per i giovani; insegnare alle persone a risparmiare l’energia ed a rispettare la natura; incoraggiare i cattolici ad affrontare le questioni ecologiche con i rappresentanti parlamentari; lavorare con le ong che si dedicano alla tutela del Creato.

Il Creato, dono di Dio da amare con umiltà e rispetto
“Cura, compassione, umiltà, rispetto, reverenza, amore – conclude il documento – sono pietre miliari per la creazione di una maggiore consapevolezza sui temi ambientali nel mondo”. Promuovere “simili atteggiamenti positivi è quindi cruciale per il bene del futuro”. E la Chiesa in Asia “può giocare un ruolo integrale in questo ambito”, soprattutto nell’instillare “il desiderio e la  convinzione a lavorare tutti insieme per la salvaguardia del mondo in cui viviamo, che è un dono di Dio all’umanità”. (I.P.)








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