2015-06-12 10:56:00

Quasi 170 milioni di bimbi costretti al lavoro, male anche Italia


Sono almeno 168 milioni i bambini e gli adolescenti che nel mondo sono costretti a lavorare. Un fenomeno con contorni preoccupanti anche in Italia. La denuncia arriva da Save the Children e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), che, per l’odierna Giornata mondiale contro il lavoro minorile, chiedono un piano nazionale contrasto e prevenzione allo sfruttamento. Il servizio di Alessandro Guarasci:

Un esercito i bambini è costretto a lavorare. L'agricoltura è il settore con la più alta presenza di minori, 98 milioni, ma bambini e adolescenti sono coinvolti anche in attività domestiche, nel lavoro in miniera o nelle fabbriche, spesso in condizioni di estremo pericolo e sfruttamento. E questo non avviene solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche in Italia, dove ci sono almeno 340 mila under 16 impiegati in varie attività. Carlotta Bellini, responsabile protezione minori di Save the Children:

R. – Gli aspetti più negativi riguardano evidentemente il coinvolgimento di minori in attività che sono parificabili allo sfruttamento e al lavoro pericoloso, quei lavori cioè che vanno sicuramente a impattare sulla loro vita in modo molto negativo. Poi, ci sono invece i lavori positivi, quei lavori che in Italia possono fare i ragazzi al di sopra dei 16 anni. Sono dei lavori che invece sicuramente li accompagnano verso una responsabilizzazione, verso uno sviluppo della loro personalità, verso un futuro migliore.

D. – Avete aperto in qualche modo un canale di contatto con le varie associazioni imprenditoriali oppure con gli artigiani? Perché spesso nei Paesi sviluppati il lavoro minorile si annida nell’artigianato…

R. – Quello che noi chiediamo è in realtà che il governo di prenda questa responsabilità e quindi che istituisca un tavolo di dialogo sul lavoro minorile, al quale è necessario che partecipino anche quelle rappresentanze imprenditoriali. È fondamentale.

In Italia, Il picco di lavoro minorile si registra fra gli adolescenti, in quell'età di passaggio dalla scuola media alla superiore che vede in Italia uno dei tassi di dispersione scolastica più elevati d'Europa e pari al 18,2%.








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