2015-06-11 15:00:00

Appello vescovi Usa contro il razzismo, promuovere pace e giustizia


Promuovere la pace e la giustizia come antidoto agli scontri razziali: questo, in sintesi, l’appello lanciato dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), riunita dal 10 al 12 giugno in Assemblea generale a Saint Louis. Guardando ai casi di cronaca più recenti avvenuti a Ferguson e Baltimora, dove la morte di due giovani afroamericani ha scatenato violenti scontri tra la popolazione e la polizia, i presuli esprimono il loro cordoglio per le vittime e si appellano ai fedeli “affinché tutti siano uno”. Ribadendo, quindi, il rispetto per “i sacrifici compiuti dai poliziotti che quotidianamente mettono a rischio la loro vita”, i vescovi evidenziano un frequente “distacco tra le comunità e coloro che giurano di proteggerle”.

“Se vuoi la pace, lavora per la giustizia”
La Chiesa di Washington, “insieme agli esponenti della società civile ed ai leader religiosi”, sottolinea “il suo impegno a lavorare per la riconciliazione”, guardando “alle cause profonde di questi conflitti”. “Una storia violenta e dolorosa di ingiustizia razziale, accompagnata dalla mancanza di opportunità educative, lavorative ed abitative, ha distrutto le comunità e disgregato le famiglie, specialmente quelle maggiormente in difficoltà”. Di qui, il richiamo che i presuli fanno alle parole del Beato Paolo VI: “Se vuoi la pace, lavora per la giustizia”.

Promuovere la cultura dell’incontro
L’Usccb sottolinea, poi, il grande impegno della Chiesa nel campo dell’educazione, della sanità e della carità; ne riafferma l’impegno ecumenico ed interreligioso nel dialogo tra i cittadini e le forze dell’ordine; guarda alla “cultura dell’incontro” promossa da Papa Francesco e chiede a tutte le comunità di “essere davvero accoglienti per tutti”. “Facciamo sì – scrivono i vescovi – che le ricche diversità culturali delle nostre comunità si intreccino insieme nella carità, nell’ospitalità e nel servizio reciproco”.

Razzismo, peccato grave da sradicare
Quindi, i presuli citando la lettera pastorale diffusa nel 1979, in cui i pregiudizi razziali venivano definiti “un peccato grave che nega il vero significato dell’incarnazione della Parola di Dio in Gesù Cristo”. “Sfortunatamente – sottolineano i vescovi – tali parole sono ancora veritiere, perché il razzismo è un male che perdura nella nostra società e nella nostra Chiesa”. Di qui, l’appello ad “un’azione decisiva per sradicare i pregiudizi razziali dal contesto sociale” e per la promozione della pace e della riconciliazione.

Le cinque vie della giustizia
“La Chiesa cattolica è in prima linea nella promozione della giustizia”, si legge nell’appello, che indica poi cinque “modi concreti” per portare avanti questo compito: pregare per la pace; studiare la Parola di Dio e la Dottrina sociale della Chiesa affinché si possa “apprezzare più profondamente la dignità di ogni persona”; andare incontro a tutte le persone di diversa estrazione razziale, sia nel lavoro che nella pastorale; far sì che le parrocchie ed i quartieri siano luoghi veramente accoglienti; conoscere le forze dell’ordine e “manifestare loro il sostegno e la gratitudine della popolazione, incoraggiando soprattutto i giovani a rispettare le legittime autorità”.

Ogni uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio
​“Promuovere la pace e la riconciliazione è la sola strada percorribile” per gli Stati Uniti, la cui storia “è stata segnata dalla tragedia della schiavitù”, dicono ancora i vescovi. L’appello si conclude con la preghiera a Dio, affinché aiuti gli uomini a “riconoscere la dignità di ogni essere umano, creato a Sua immagine e somiglianza”. Tra gli altri temi in esame durante l’Assemblea, ci sono il 14.mo Sinodo ordinario dei vescovi sulla famiglia, in programma ad ottobre, ed i preparativi dell’Incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia, al quale presenzierà Papa Francesco durante il suo viaggio apostolico negli Stati Uniti, a settembre. Infine, un focus viene dedicato all’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’ sulla cura della casa comune”, in uscita il 18 giugno, così come alla riforma dell’immigrazione per la quale da tempo premono i vescovi americani. (I.P.)








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