2015-06-10 20:20:00

Valle dei Templi e abusivismo. E i politici? Un dibattito


La Procura di Agrigento sin dallo scorso ottobre ha inviato centinaia di solleciti perché si giunga ad una assunzione di responsabilità - tra Comune, Ente Parco archeologico e paesaggistico e Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali - sulla demolizione di decine e decine di edifici che sarebbero stati dichiarati abusivi ormai da tempo. Secondo la Procura – che sta lavorando a circa duemila fascicoli - ci sarebbero 197 provvedimenti già definitivi (52 riguardano privati e 145 sarebbero di competenza del Comune) relativi a manufatti insistenti nella cosiddetta zona A, quella ‘intoccabile’ della Valle dei Templi con i suoi 1300 ettari dal 1997 Patrimonio dell’Umanità Unesco. Le costruzioni sarebbero sorte in varie epoche. Qualche demolizione è stata fatta una quindicina di anni fa ricorrendo addirittura alle ruspe dell’Esercito. Ma dove sorgono precisamente questi edifici? E di che natura sono? 

Abbiamo intavolato un dibattito tra Don Giuseppe Pontillo, direttore dell’ufficio Beni Culturali della diocesi di Agrigento e Leandro Ianni, Presidente regionale di Italia Nostra. 

"A monte della questione c'è una confusione terminologica che riguarda la Valle dei Templi e il Parco archeologico, quest'ultimo enormemente più vasto del primo", commenta il sacerdote che precisa come il decreto per la tutela della Valle e per la messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico, sia stato "di fatto calato dall'alto e non accompagnato da un percorso chiaro a livello culturale e soprattutto compensativo per chi era proprietari di quei terreni da tanto tempo e non avrebbe potuto più usarli a fini edificabili. In sostanza non c'è stato l'approfondimento congiunto del senso della tutela. Sono stato parroco vicino al villaggio Mosè, conosco povera gente che sta lì e assicuro che andare a spiegare a loro che non può restarvi è difficile".

Ianni condivide che la legge doveva essere scritta attraverso un'azione partecipata coi cittadini ma ammonisce: "La politica deve educare i cittadini. Se i cittadini vogliono puntare sul turismo devono accettare dei sacrifici. Dobbiamo fare finalmente un salto di qualità. La parola chiave che manca da queste parti è 'progetto', 'programmazione'. I politici si riempiono la bocca ma poi le azioni non ci sono, con la conseguenza dell'impoverimento del territorio e dei cittadini stessi". 

Entrambi denunciano i paradossi e le storture di questa realtà. Don Pontillo sottolinea che da anni sollecita l'intervento di messa in sicurezza e riqualificazione del centro storico della città: "L'amministrazione dice di non avere un euro e allora sa che succede? La diocesi paga 800 milioni di euro per sistemare la Cattedrale, aderendo a un bando del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che nulla ha a che vedere con i beni culturali, pur di ottenere il finanziamento dell'altro 50% necessario. Se non ci fossimo noi come Chiesa locale a mantenere per otto ore al giorno i siti monumentali con grande sacrificio frutto del volontariato, non so come si farebbe". 

 

 

 

 

 

 








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