2015-06-10 11:27:00

Suora in Sud Corea: preoccupazione per il virus Mers


“La Mers continua a preoccupare i nostri connazionali e per le strade ci si imbatte in un numero sempre più alto di persone che indossano le mascherine protettive”. La testimonianza è di suor Domina Kwon, della Congregazione delle Suore di San Paolo di Chartres, che racconta come la paura del contagio si stia diffondendo a macchia d’olio. Il paziente zero affetto da sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus (Mers-Cov) è stato segnalato il 20 maggio scorso. Si tratta di un uomo di 68 anni proveniente dal Bahrein. 

Le autorità accusate di essersi mosse in ritardo
Inizialmente sottovalutato dalle autorità, il virus si è diffuso rapidamente tanto che ad oggi il bilancio è di 9 morti e 108 contagiati. Attualmente sono quasi tremila le persone tenute in quarantena e molte scuole sono state chiuse per precauzione. “Purtroppo le autorità si sono mosse in ritardo e gli interventi sono stati inefficaci. Ciò è dovuto anche al fatto che il Ministro della Salute, Moon Hyung-Pyo, è un economista, quindi non esperto in materia ed ha invitato i cittadini a non indossare alcuna protezione. Salvo poi apparire in tv con una mascherina” ha spiegato la religiosa. Critico anche il primo cittadino di Seul, Park Won-Soon, che ha accusato il governo di non aver fornito sufficienti informazioni sul virus e sull’accoglienza degli ospedali. 

Il Paese rivive l'incubo del traghetto Sewol
​Il Samsung Medical Center, per esempio, uno dei più noti nosocomi in Corea del Sud, è il più “interessato” dal contagio e al momento ospita 37 pazienti. Tra questi: medici, infermieri e persino una donna incinta. Il sindaco di Seul ha ritenuto opportuno istituire un pool di esperti per garantire un adeguato aggiornamento della situazione. Nel frattempo il governo ha pubblicato la lista dei 24 presidi sanitari “sicuri”. Si trovano per lo più nella capitale e nella provincia di Gyeonggi. “Purtroppo ciò è avvenuto a 17 giorni dall’identificazione del primo focolaio. Sembra di rivivere l’incubo di Sewol (la strage del traghetto ndr)” ha sottolineato suor Domina Kwon. (A cura di Davide Dionisi)








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