Un invito a fare silenzio e a mettersi in ascolto della natura è stato lanciato dal patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I aprendo ad Halki il secondo summit sull’ambiente che si conclude oggi. “Per raggiungere un adeguato grado di maturità e dignità verso la creazione - ha detto il patriarca ai partecipanti - dobbiamo prendere tempo per sentire la sua voce. E per fare questo, dobbiamo innanzitutto fare silenzio”. Promosso a giugno, in un mese importante per la questione ecologica in vista della imminente pubblicazione dell’enciclica di Papa Francesco - riferisce l'agenzia Sir - il summit di Halki si inserisce in una serie di interventi e iniziative ecologiche promosse dal patriarcato, tra cui otto simposi internazionali sull’isola di Patmos (1995-2009) e cinque seminari estivi (1994-1998).
Responsabilità morale e vocazione spirituale per proteggere l'ambiente
“Abbiamo iniziato le nostre iniziative - ha ricordato lo stesso patriarca - più di
30 anni fa, quando il cambiamento climatico non era né una sfida politica e neppure
una convenzione ideologica. Eravamo semplicemente convinti della nostra responsabilità
morale e vocazione spirituale di proteggere e preservare questo dono unico e sacro
del nostro pianeta e dell’universo”. Un compito che il patriarcato ecumenico ha svolto
collaborando con le autorità politiche, le istituzioni religiose e con i Papi “Giovanni
Paolo II, Benedetto XVI e ora il nostro fratello Francesco”.
Troppo poco è stato fatto per la salvaguardia del pianeta
Lo sforzo che a più livelli si sta compiendo è ora quello di “penetrare negli strati”
della società. “Perché, se siamo onesti con noi stessi - ha detto il patriarca -,
dobbiamo ammettere che troppo poco è stato fatto per esortare le persone a rivedere
e riformare le loro vie, pentendosi per il loro impatto distruttivo sul pianeta”.
Questo il motivo per cui il patriarcato ecumenico ha invitato quest’anno al summit
di Halki personalità del mondo dell’arte e della letteratura, della musica e della
fotografia. A loro Bartolomeo si è rivolto così: “Come artisti e intellettuali, siete
quelli che possono rimodellare il modo in cui la gente pensa e percepisce il mondo.
Come pensatori ed educatori, siete quelli che possono fornire i principi fondamentali
e le linee guida per una visione del mondo alternativa e una cultura diversa. Come
autori e poeti, voi siete quelli che possono presentare un modo non convenzionale
e addirittura rivoluzionario di vivere e di comportarsi”.
L’alfabeto della lingua divina misteriosamente
nascosto nella natura
L’invito del patriarca è di fare silenzio e di mettersi
in ascolto della natura perché - ha detto - “in natura, ogni pianta, ogni animale,
e anzi ogni microorganismo racconta una storia unica, dispiega un sacro mistero, e
rimanda a un’eccezionale armonia ed equilibrio”. Un dialogo misterioso che può essere
intravisto anche “nelle galassie”. La sfida quindi prima ancora degli accordi internazionali
è “cominciare a imparare e insegnare l’alfabeto di questa lingua divina, che è misteriosamente
nascosto nella natura”. (R.P.)
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