2015-06-09 13:47:00

Grecia: Tsipras prepara nuovo piano per i creditori internazionali


Dopo il vertice G7, in Baviera, la crisi greca torna in evidenza. Di fronte alle richieste di far fronte al debito estero e dare vita a riforme decisive, il premier ellenico, Tsipras, e il suo ministro delle Finanze, Varoufakis, preparano un nuovo piano per i creditori, ma sullo sfondo rimane la possibile uscita di Atene dall’Euro. Giancarlo La Vella ne ha parlato con l’economista, Francesco Carlà:

R. - Si ha molto la sensazione che ci siano schermaglie negoziali e tattiche molto rigide… Però la scadenza si approssima perché il 30 giugno c’è la scadenza da 1.6 miliardi di Atene che deve essere pagata al Fondo monetario internazionale: soldi che, a quanto pare, la Grecia non si sa se ha e non si sa se è intenzionata a pagare, almeno sulla base dei piani che ci sono in questo momento sul tavolo.

D. – Sembra che soprattutto sulle pensioni, Tsipras e Varoufakis non vogliano intervenire. Questo è un passo che tutti gli altri Paesi hanno fatto, Italia in primis, perché c’è questa resistenza?

R.  – La resistenza c’è, io immagino, per ragioni essenzialmente politiche perché la piattaforma con la quale è stato così tanto votato alle ultime elezioni greche è piuttosto rigida su questi temi. Però il problema più grosso è il problema delle riforme perché in sostanza i creditori dicono: “Prima le riforme e poi i denari”, e Atene dice invece: “Prima i denari”. E dice anche: “Allunghiamo le scadenze dei debiti e poi le nostre riforme”, cioè le riforme che hanno in testa loro.

D. – E’ come se Tsipras volesse un po’ salvaguardare quanto promesso in campagna elettorale?

R. – Sì, perché credo che lui abbia fatto un test un mesetto fa, approssimandosi alle richieste della Ue e ha avuto una vera rivolta all’interno del partito e anche in Grecia, quindi ha capito che i suoi margini di manovra politici sono molto limitati e che, probabilmente, se accedesse alle richieste principali di riforme dei creditori, quindi della Ue, dell’Fmi e della Banca Centrale Europea sarebbe poi inevitabile la caduta del suo governo e il ritorno alle elezioni per l’ennesima volta ad Atene. Io credo che la questione autentica sul tavolo in questo momento sia un’altra: cosa conviene di più all’Europa e all’Euro, una Grecia dentro o una Grecia fuori? Secondo me, il rischio di mostrare un Euro reversibile, lasciando accadere il “Grexit”, in questo momento comincia a essere inferiore al rischio di mantenere in fibrillazione per chissà quanti altri anni la moneta unica e anche l’Unione europea.








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