Oggi a Roma, presso lo Spazio Europa, la Rete italiana per il ritorno volontario assistito (Rirva) presenta in un convegno i risultati e le sfide di un sistema che sta aiutando sempre più i migranti sul suolo italiano a rientrare nella loro patria con dignità, grazie anche al sostegno del Fondo Europeo Rimpatri. Il servizio di Eugenio Murrali:
Si chiama Ritorno Volontario Assistito e aiuta concretamente i migranti che vogliono o sono costretti a tornare in patria. I progetti sono differenti e vanno dall’organizzazione e dal pagamento del viaggio a veri e propri sussidi per favorire il rientro e il reinserimento nel proprio Paese. Tra il 2009 e il 2015, 3.219 persone hanno potuto usufruire dei servizi offerti dalla Rirva e dai suoi partner. Ma perché vanno via dall’Italia queste persone? Lo spiega Simona Sordo, coordinatrice della Rete Rirva:
“Si trovano in una situazione di difficoltà economica, legata alla crisi, legata alla carestia del lavoro e rischiano di tornare di nuovo in situazioni di marginalità sociale. Hanno un permesso di soggiorno scaduto o in scadenza. Ce ne sono altri, anche se sono in numero ridotto, che tornano per ragioni di carattere sanitario oppure perché rinunciano al proprio sistema di protezione”.
Un aiuto particolarmente importante per uomini e donne che sicuramente si trovano in un momento di difficoltà e di fragilità anche psicologica. Il vice prefetto Martha Matscher, responsabile del Fondo per conto del Ministero degli interni sottolinea come adesso il rimpatrio assistito sia possibile anche per gli irregolari:
“Con il nuovo programma Fami, cioè il Fondo asilo, migrazione e integrazione, noi avremo la possibilità anche di rimpatriare gli irregolari, una categoria che è venuta sempre più a galla in questo periodo di crisi economica, in cui si trova l’Italia”.
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