2015-06-06 13:59:00

Padre Lombardi: il messaggio del Papa nella primavera di Sarajevo


Sulla calorosa accoglienza che la città di Sarajevo ha riservato a Papa Francesco, Roberto Piermarini ha raggiunto telefonicamente nella capitale della Bosnia ed Erzegovina il direttore della nostra emittente e della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi:

R. – Diciamo che è stato accolto benissimo, naturalmente: sia l’accoglienza all’aeroporto, che è stata molto bella, non solo per le autorità ma in particolare per i bambini. C’era un bellissimo gruppo di bambini con i costumi locali, un gruppo piuttosto numeroso, e il Papa li ha salutati tutti ed è stato molto colpito da questo. Tant’è vero che poi vi ha fatto riferimento nel discorso successivo, alla Presidenza, dicendo: “Eh, sì, la speranza – perché il Papa parla di speranza – l’abbiamo vista con i bambini che ho salutato all’aeroporto, che erano così gioiosi; di diverse etnie, di diverse culture, ma tutti insieme nella gioia”. Quindi, la prima accoglienza che ha colpito è stata quella all’aeroporto, in particolare dei bambini. Poi, dopo, nel Palazzo presidenziale, naturalmente, il Papa è stato accolto con gli onori classici protocollari, se vogliamo così dire, ma con molta cordialità, perché le autorità della Bosnia Erzegovina si rendono conto che la visita del Papa è un grande sostegno, non solo per la Chiesa cattolica, naturalmente, ma anche per tutto il Paese, per il suo desiderio di pace, per il suo bisogno di armonia, di convivenza serena fra le diverse componenti del Paese. Ecco, quindi anche lì un’accoglienza estremamente cordiale che metteva in luce l’importanza di questo dono fatto dalla visita del Papa a questo Paese.

D. – Quale risonanza ha avuto – a caldo – l’appello che il Papa ha fatto contro la guerra e in favore della pace, nell’omelia alla Messa?

R. – Bè, questo è il messaggio centrale di tutta la giornata, evidentemente. Nella Messa questo è stato il momento più cruciale dell’omelia. E’ stato accolto, naturalmente, con tanti applausi: del resto, si ricordava che questo era lo stesso appello fatto qui anche da Giovanni Paolo II. La situazione dello stadio, però, questa mattina, era completamente diversa, perché allora, tanti anni fa c’era un freddo terribile, c’era una tempesta di neve e quindi era una vera impresa seguire la Messa nello stadio, e per il Papa celebrarla. Quest’oggi, invece, siamo in un giorno primaverile, caldo, di sole e quindi il clima è molto sereno, tranquillo: si poteva seguire la celebrazione con grande intensità, ascoltare ogni parola del Santo Padre, che è stata tradotta, naturalmente, in croato; e direi che il clima di festa era caratteristico di questa giornata. Il Papa dice che la speranza è una delle parole importanti di questo viaggio. E direi che mentre con la celebrazione di Giovanni Paolo II noi eravamo un po’ in inverno, alla fine dell’inverno, adesso possiamo sperare di essere già un poco in primavera, nonostante che le difficoltà continuino ad esserci.








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