2015-06-06 14:00:00

Iraq: al via il Sinodo della Chiesa assira d'Oriente


Si è aperto in questi giorni a Dahuk, nel Kurdistan iracheno, il Sinodo della Chiesa assira d’Oriente, al quale partecipano quattordici presuli, tra cui l’attuale locum tenens, il metropolita dell’India, Mar Aprem Mooken, in rappresentanza di circa quattrocentomila fedeli sparsi nel mondo. Tra gli argomenti in agenda, precisa L’Osservatore Romano, l’elezione del successore di Mar Dinkha IV e il possibile ritorno della sede patriarcale in Iraq.

La nomina del nuovo Catholicos
Grande attesa, dunque, per l’elezione del successore di Mar Dinkha IV – morto il 26 marzo scorso - che aveva guidato la comunità assira d’oriente per ben 39 anni, durante i quali aveva avuto modo di incontrare tre Pontefici: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Anni, tra l’altro, per larga parte segnati dalle sofferenze e dalla persecuzione delle popolazioni cristiane mediorientali.

Il ritorno della sede patriarcale dagli Usa all’Iraq
Secondo quanto annunciato dal vicario patriarcale per l’Australia e la Nuova Zelanda, nonché metropolita del Libano, Mar Meelis Zaia, il Sinodo avrà un compito altrettanto importante: quello di sancire il ritorno della sede patriarcale dagli Stati Uniti, dove si trova tuttora, all’Iraq, precisamente a Erbil, capoluogo del Kurdistan iracheno. Era il 1933 quando l’allora patriarca, Mar Eshai Shimun XXIII, venne esiliato a Cipro dal governo iracheno, da dove nel 1940 si trasferì negli Stati Uniti. Tra gli obiettivi del ritorno della sede patriarcale in Iraq, c’è il raggiungimento di una maggiore coesione tra gli assiri e il miglioramento delle relazioni con gli altri patriarchi d’Oriente, ma anche l’agevolazione del processo di unificazione tra la Chiesa assira dell’est e la Chiesa antica dell’est - nata per uno scisma dalla prima nel 1964 e guidata da Mar Addai II che risiede a Baghdad – auspicato dai vescovi di entrambe le parti.

Solidarietà con i cristiani perseguitati al centro dell’incontro con Francesco
Il tema delle violenze compiute contro i cristiani era stato al centro dell’incontro che Mar Dinkha IV aveva avuto il 2 ottobre in Vaticano con Papa Francesco. “Quanti nostri fratelli e sorelle — ha detto in quella occasione il patriarca — stanno soffrendo una persecuzione quotidiana! Quando pensiamo alla loro sofferenza, ci viene spontaneo andare al di là delle distinzioni di rito o di confessione: in essi è il corpo di Cristo che, ancora oggi, viene ferito, colpito, umiliato. Non vi sono ragioni religiose, politiche o economiche che possano giustificare ciò che sta accadendo a centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini innocenti. Ci sentiamo profondamente uniti nella preghiera di intercessione e nell’azione di carità verso queste membra del corpo di Cristo che stanno soffrendo”. (R.B.)








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