“Nos duele Guatemala”. S’intitola così la nota attraverso la quale i vescovi, addolorati per la situazione del Paese, intervengono sui problemi sociali e politici del Guatemala, a partire dalla corruzione. Nella nota, articolata in dodici punti e presentata in conferenza stampa, i vescovi esprimono la necessità di rafforzare la democrazia, perché essa possa essere in grado di portare avanti “la difesa del bene comune e la promozione della dignità umana”, in considerazione che la legge “dev’essere uguale per tutti, senza eccezioni”.
Consolidare la democrazia partecipativa
I vescovi - riporta l'agenzia Sir - scrivono di voler unire la loro voce a quella
del popolo, organizzato nel movimento “¡Basta ya, queremos una Guatemala distinta!”
e d’intervenire soprattutto per due motivi: “L’emergere di un sistema di corruzione
dentro le strutture statali che ha messo in crisi la stabilità istituzionale” e le
imminenti elezioni politiche previste per settembre, di fronte alle quali non sembrano
emergere “opzioni politiche capaci di consolidare la democrazia partecipativa e lo
Stato di diritto”.
Richiesta di una nuova legge elettorale
I vescovi tracciano un quadro preoccupante dell’attuale situazione politica: “Partiti
che sorgono e spariscono in breve tempo”, legati a singoli notabili più che alle proposte
politiche, clientelismo e trasformismo, “mancanza di solide piattaforme programmatiche”,
disincanto crescente tra la popolazione. E soprattutto, un “oceano di corruzione”
che sta emergendo ogni giorno di più”. Tuttavia, per rafforzare la democrazia è importante
non rinviare le elezioni già convocate, pur nella necessità di cambiare le regole
del gioco, cosa che il Congresso sembra non volere e non poter fare. “Chiediamo ai
cittadini responsabili - concludono i vescovi - di continuare a fare pressione sul
Congresso perché faccia una nuova legge elettorale”. (R.P.)
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