2015-06-05 14:52:00

Grecia e Trattato Ue-Usa al centro del G7 in Germania


Ucraina, Grecia, Stato Islamico ma anche il Trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti: questi i temi al centro del G7 che si svolge sabato e domenica presso il castello Elmau, nelle Alpi bavaresi, in Germania. Manifestazioni dei movimenti anti-globalizzazione si sono svolte alla vigilia. Per capire quanto pesi sull'evento la crisi greca, Fausta Speranza ha intervistato Carlo Altomonte, docente di Politiche economiche all’Università Bocconi:

R. – Sicuramente è uno dei temi importanti, in quanto la Grecia è uno dei pilastri della stabilità finanziaria in questi mesi: pur avendo un Pil molto basso, è un po’ la chiave di volta sul quale si gioca la credibilità dell’operazione della moneta unica. E quindi, come tale, è un interesse molto forte sia per l’Europa che per gli Stati Uniti. La crisi greca, in realtà, sta distraendo in generale troppo dal percorso di uscita dell’Europa dalla “sua” crisi economica, dalle azioni della Banca centrale, dalla creazione di nuova fiducia degli operatori finanziari e degli operatori economici in generale, e dalle prospettive di ripresa del Vecchio Continente.

D. – Quanto la crisi greca sta distraendo dalla crisi ucraina?

R. – La crisi ucraina è una crisi congelata, che per il momento resta sulle posizioni su cui si sono attestate le forze in campo rispetto alla tregua negoziata dalla cancelliera tedesca  Merkel con il presidente russo Putin. Ci sono dei minimi focolai di tensione, ma penso che, in questa fase, nessuno abbia voglia di riprendere in mano quel dossier, anche perché potrebbe darsi che, se le posizioni verranno consolidate, le sanzioni europee alla Russia potrebbero essere in qualche modo messe in discussione.

D. – Abbiamo visto Obama in queste settimane fare pressing sulla cancelliera Merkel e su Atene perché si trovi presto un accordo…

R. – Le banche americane – in generale il sistema finanziario americano – è molto esposto sull’euro in questa fase, perché l’euro garantisce, e garantirà in futuro, tassi di interesse molto bassi; per questo motivo, risulta uno strumento attraverso il quale poter prendere a prestito pagando bassi tassi di interesse, per poi investire negli Stati Uniti dove i ritorni sono più ampi, e dove il sistema sta crescendo più velocemente e è uscito più velocemente dalla crisi. Quindi, c’è tutto l’interesse del sistema americano a che ci sia stabilità dal punto di vista del mercato finanziario europeo, per consentire poi tutte le operazione tra le due parti dell’Atlantico. È naturale allora che Obama abbia questo tipo di interesse. C’è poi anche un interesse geopolitico: ricordiamo che la Grecia è un membro Nato ed è in una situazione geopolitica particolare, molto vicina a zone di tensione importanti del Medio Oriente. E vedremo anche cosa succede poi in Turchia con le elezioni nei prossimi giorni.

D. – Un G7 dopo l’esclusione della Russia e vista tutta la crisi ucraina... come procede?

R. – Si ritorna evidentemente alla configurazione originaria, in cui le due sponde dell’Atlantico – Europa e Stati Uniti – trovavano una forma di coordinamento per la gestione dei temi importanti a livello globale. A maggior ragione adesso che c’è sul tavolo il negoziato di liberalizzazione del commercio transatlantico, la Transatlantic Trade and Investment Partnership: un negoziato che dovrebbe chiudersi nel corso del prossimo anno, prima della scadenza della presidenza Obama. Penso quindi che anche questo, non essendoci la Russia di mezzo, sia un altro tema cruciale del meeting.








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