2015-06-02 15:34:00

Pontificie Opere Missionarie, sostegno a missione universale


Al via oggi, all’Assemblea Generale delle Pontificie Opere Missionarie in corso a Roma, la sessione pastorale sul tema“ Come sostenere la missione universale oggi e domani”. Sono oltre 100 i rappresentanti delle Chiese di tutto il mondo che si confrontano in gruppi di lavoro. ”Saremo strumento privilegiato della Chiesa se manterremo la caratteristica dell’universalità, fatta di condivisione e solidarietà”. Così al microfono di Gabriella Ceraso il presidente delle POM l’arcivescovo Protase Rugambwa illustrando gli obiettivi di questa assemblea:

R. – Questa è l’identità delle Pontificie Opere Missionarie: l’universalità; e questa è la prima cosa.Siamo inoltre anche nel 50.mo anniversario del decreto “Ad Gentes” e quindi vogliamo vedere come rilanciare questo mandato, quest’opera di evangelizzazione.

D. – Il confronto tra voi servirà anche a pensare a nuovi progetti?

R. – Sì, ci sono diversi temi che abbiamo scelto, nell’ottica della ricerca di un nuovo slancio di evangelizzazione. Ad esempio, la questione della famiglia: come fare perché la famiglia sia protagonista. E poi c’è la questione dell’aiuto alle Chiese giovani e la promozione del “fund raising”, ma sempre per le chiese, per tutte le chiese, e soprattutto per quelle che ne hanno bisogno.

D. – È vero che c’è una diminuzione delle offerte per le opere missionarie?

R. – Sì, questo è ovvio, e ogni anno ci sarà un calo delle offerte, ma ci sono anche dei motivi: c’è la crescita delle organizzazioni e degli enti caritativi, che sono tanti, quindi non è che la gente non sia generosa, ma si trova di fronte ad altre agenzie che chiedono offerte. Poi, sicuramente, c’è la crisi finanziaria, ma c’è anche il problema della mancanza di animazione, di coinvolgimento della nostra gente. E su questo punto dobbiamo insistere con una sensibilizzazione senza sosta.

D. – Tra le riflessioni principali, anche seguendo quello che ha detto il cardinale Filoni in apertura dell’assemblea, c'è da puntare alla cooperazione missionaria, oggi: cioè coordinarsi e collaborare …

R. – Sì: noi dobbiamo essere consapevoli del fatto che la missione è unica, è la missione di Cristo. Ora per esempio abbiamo un problema: la questione delle vocazioni. Anche questa è una crisi. E quindi dobbiamo stabilire dei programmi, e vedere come possiamo lavorare insieme: per esempio, promuovere la pastorale vocazionale per avere agenti pastorali che possano aiutare a portare avanti quest’opera di evangelizzazione. C’è quindi la questione di mettersi insieme per vedere come poter fare questo lavoro.

D. – Voi andrete dal Papa al termine di questa assemblea: cosa vorrebbe portare al Papa come risultato dei lavori, e cosa invece si aspetta da Papa Francesco?

R. – Per noi già è una gioia incontrarlo, e vogliamo sentire cosa ci suggerirà. Sicuramente noi andiamo a ribadire che siamo  sempre pronti e vogliamo andare in quei luoghi dove c’è bisogno della presenza di Gesù. "Uscire" va benissimo: dobbiamo fare questo lavoro.








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