2015-06-02 07:26:00

L'Unione europea critica la "black list" Russa. Lavrov: assurdo


Il ministro degli Esteri di Mosca, Lavrov, ha ribadito che è assurdo l’indignazione dei Paesi dell’UE per la 'lista nera' che vieta a 89 personalità politiche e militari europee di entrare in Russia. Si tratta di una misura - adottata dal Cremlino dopo le sanzioni imposte per la crisi ucraina - che sta suscitando molte polemiche da parte delle cancellerie occidentali. Ma questa vicenda avrà conseguenze sul dialogo? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Fabrizio Dragosei del Corriere della Sera:

R. – Questa lista non è nuova. E’ una lista creata circa un anno fa, in risposta alla "black list" americana ed europea e solamente adesso è stata resa nota. All’epoca questa risposta russa non suscitò molto clamore: ne suscitò molto meno di quanto ne avessero suscitato le contro sanzioni, che effettivamente colpirono poi le esportazioni di diversi Paesi in Russia: per esempio, l’Italia per l’agroalimentare, e così via. La lista nera di europei ed americani, che non possono andare in Russia e non possono magari tenere soldi nelle istituzioni finanziarie russe, credo che lasci il tempo che trova. Non vedo, infatti, questa folla di europei vogliosi di recarsi in Russia o, ancora meno, di aprire conti in banche russe.

D. – Questa iniziativa è capace di minare il dialogo fra la Russia e l’Occidente?

R. – Sicuramente crea nuovi problemi. Diciamo, intanto, che questo dialogo ancora non è ripreso veramente: c’è stata una ripresa di contatti, ma non è un "reset del reset". Siamo semplicemente in una fase nella quale si dice: “Ok, abbiamo posizioni molto diverse su molti punti. Su alcuni punti - in particolare l’Ucraina - le nostre posizioni sono, almeno per ora, quasi inconciliabili, però parliamoci e vediamo di fare le cose che possiamo fare assieme”, che mi pare semplicemente – forse – un ritorno alla politica realistica degli anni ’70 e ’80, la "realpolitik".

D. – Che valore ha la visita di Putin, in programma nei prossimi giorni a Milano, per Expo?

R. – La scusa è quella dell’Expo, ma l’Italia è certamente uno dei Paesi – assieme alla Germania – che tiene maggiormente le relazioni con la Russia e rappresenta l’ala più morbida dell’Europa. Nel caso dell’Italia, diciamo l’ala più realistica. L’Italia, infatti, non pensa di abbandonare la linea europea sulle sanzioni e così via, però pensa di dover continuare il dialogo e di dover continuare il confronto anche duro con la Russia, che poi alla fine è anche la linea americana. Se Kerry, infatti, va a Soči ad incontrare Putin, mi pare abbastanza logico che poi Putin si veda con gli europei, ai quali è più vicino: quindi la Merkel e quindi anche l’Italia di Matteo Renzi.   








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