2015-05-30 14:00:00

Gli Usa cancellano Cuba da lista Paesi sponsor del terrorismo


E' ufficiale: gli Stati Uniti hanno cancellato Cuba dalla 'lista nera' dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo internazionale. La decisione, già presa dal presidente Obama il 14 aprile, è divenuta operativa al termine dei 45 giorni di tempo entro i quali il Congresso americano avrebbe potuto sollevare obiezioni. Dell’assenza di opposizione tra i politici statunitensi al passo decisivo verso piene relazioni diplomatiche tra Usa e Cuba e dei prossimi passi, Fausta Speranza ha parlato con Daniele de Luca, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università del Salento:

R. – Pensavo che comunque il Congresso, che non è particolarmente favorevole al presidente Obama, sollevasse qualche questione quantomeno di opportunità. Invece il Congresso ha capito il momento storico, ha capito probabilmente quanto Cuba stia cambiando e sia cambiata in questi anni e quindi ha dato la cancellazione di Cuba dalla “lista nera” – chiamiamola così – degli Stati Uniti stessi.

D. – Il contesto è quello dell’embargo, ma ci sono stati episodi e spunti precisi per la decisione nel 1982 di inserire Cuba nella “lista nera”...

R. – Cuba è sempre stata considerata una breccia aperta all’interno della cosiddetta “Dottrina Monroe”, quella dottrina cioè che vedeva gli Stati Uniti avere – chiamiamola così – una certa influenza sull’America Latina. L’arrivo della Cuba castrista nel ’59 ha aperto questa breccia e sollevato il timore, da parte degli Stati Uniti, che ci fosse una diffusione del virus comunista. Però effettivamente Cuba entra nella cosiddetta “lista nera” soltanto nell’82, quando i cubani appoggiano alcune iniziative in America Latina, ma anche fuori dall’America Latina. Penso, per esempio, all’appoggio dato ai gruppi separatisti baschi in Spagna; gruppi separatisti non politici, ma militanti e quindi considerati dalla Spagna stessa come dei terroristi, e dall’Europa stessa come terroristi. Ma anche e soprattutto – ripeto – all’interno dell’America Latina: gli inizi degli anni Ottanta rappresentano un momento particolare della storia dell’America Latina, perché alcuni Paesi hanno una svolta verso il marxismo. Ci sono state nazioni come il Nicaragua, per esempio, che ha fatto determinate scelte e molte di queste scelte vengono interpretate dal Dipartimento di Stato e dalla Casa Bianca come scelte determinate da una fortissima influenza di Cuba. C’erano state anche altre intromissioni nella politica estera di altri Paesi: penso al Congo, penso allo Yemen in anni molto precedenti… E questo aveva irrigidito ulteriormente la posizione del Dipartimento di Stato e della Casa Bianca.

D. – Tutti passi in vista della riapertura delle ambasciate. Si possono immaginare dei tempi?

R. – Considerando come stanno andando le cose, non me la sento di fare una previsione, perché potrebbero essere anche brevi. L’apertura di una ambasciata o comunque di un ufficio diplomatico ha, per se stesso, dei tempi comunque abbastanza lunghi, anche nei Paesi che si riconoscono già da un po’ di tempo. C’è tutta una trafila diplomatica che deve essere seguita. In questo caso, i tempi potrebbero essere più lunghi, perché si tratta appunto di Cuba. Ma potrebbe essere che  – giusto per dare un ulteriore segnale dell’apertura – potrebbero essere saltati alcuni passaggi, in maniera legale, naturalmente.

D. – Possiamo dire già qualcosa delle ripercussioni su tutta l’area di questi nuovi rapporti tra Cuba e Stati Uniti?

R. - Già da un po’ di tempo le cose erano cambiate. I turisti americani arrivavano a Cuba e questo vuol dire che già l’economia cubana aveva un supporto economico con l’ingresso di denaro fresco e soprattutto di dollari. Nell’area, la questione di Cuba era una questione che ormai era stata superata da tempo: i governi che si erano alternati, negli anni, nei Paesi dell’America Latina avevano quasi tutti avuto sempre rapporti con Cuba. Gli anni più intensi della Guerra Fredda erano passati da tempo. Gli anni Settanta soprattutto, quando c’erano regimi militari che avevano preso il potere in maniera sanguinosa in America Latina e che erano sicuramente, se non sponsorizzati, certamente guardati con favore dagli Stati Uniti. Quel tempo è passato! Quindi il ritorno di Cuba c’era già stato da un po’ di tempo e devo dire che la personalità di Raoul Castro è stata assolutamente determinante nella nuova politica dell’isola caraibica.








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