2015-05-29 11:45:00

Caritas Svizzera: nuovo statuto per stranieri senza asilo politico


L’introduzione di un nuovo statuto di protezione per gli stranieri con permesso temporaneo di soggiorno in Svizzera. E’ quanto propone  la Caritas del Paese, mentre la questione è all’esame del Consiglio federale.

Più di 30mila stranieri con permesso di soggiorno temporaneo in Svizzera
Sono più di 30mila le persone autorizzate a risiedere temporaneamente nella Confederazione elvetica oggi.  Si tratta di cittadini stranieri che non hanno ottenuto l’asilo politico, perché la loro situazione non corrisponde ai requisiti richiesti dalla Convenzione di Ginevra per avere lo status di rifugiato, ma che non possono al tempo stesso essere rimpatriati, perché minacciati dalla guerra o dalla violenza generalizzata nei loro Paesi di origine. Per questo l’ordinamento elvetico concede loro un permesso provvisorio che tuttavia - osserva la Caritas in una nota ripresa dall’agenzia Apic - ha ben poco di temporaneo dal momento che più del 90% di questi stranieri – tra cui molte donne, bambini e anziani – è costretto a restare in Svizzera per le perduranti condizioni di instabilità e insicurezza dei loro Paesi che possono continuare anche per decenni.

Un nuovo status di protezione per migliorare le loro condizioni di vita
L’attuale sistema dei permessi temporanei – sottolinea l’organizzazione cattolica – limita i diritti di queste persone costringendoli a vivere in condizioni precarie, con poche possibilità di trovare un lavoro per mantenersi, un alloggio e separati dalle loro famiglie. In queste condizioni, si osserva, è impossibile integrarsi. Di qui l’esigenza di intervenire per migliorare la loro situazione. Secondo la Caritas le proposte avanzate finora si muovono in questa direzione, ma non sono sufficienti. Occorre invece creare uno statuto di protezione complementare che garantisca a questi stranieri gli stessi diritti dei rifugiati - compresi quelli diretti alla previdenza sociale - il rinnovo del permesso di soggiorno se dopo tre anni il rimpatrio si rivelasse impossibile e la possibilità di ricongiungimento dei familiari. (L.Z.)








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