Contrastare la “colonizzazione ideologica” della società contemporanea con le “armi spirituali” della verità, della giustizia e della fede: questa l’esortazione lanciata dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, intervenendo, stamani, a Roma, al convegno dell’Associazione “Scienza e vita”. L’evento si è svolto in occasione del decimo anniversario di fondazione dell’organismo ed ha avuto per tema “Quale scienza per quale vita?”. Il servizio di Isabella Piro:
No a libertà auto-centrata. La vita è un bene
fondamentale
Difesa della vita dal concepimento e fino alla morte
naturale; tutela della famiglia, fondata sul matrimonio tra uomo e donna; regole chiare
sull’uso delle tecnologie e rafforzamento del dialogo tra scienza e fede. Sono state
queste le linee-guida della prolusione del card. Bagnasco al convegno di “Scienza
e vita”. Un testo ampio, quello del porporato, che scatta una fotografia amara della
società in cui si riscontra, spiega il card. Bagnasco, “una colonizzazione ideologica”
ovvero “una pervasività di concezioni contrarie alla vita o alla verità dell’uomo”
che è diventata “dominante, assoluta, indiscussa”. In nome di “un’ottica utilitaristica”
e di una libertà ritenuta “assoluta ed autocentrata”, infatti, ci si dimentica della
sacralità della vita in quanto riflesso di Dio e non si considera che “il rispetto
di essa è la base per poter usufruire di tutti gli altri beni”.
Non abbassare la guardia. Affrontare sfide con
verità e giustizia
Di conseguenza, si arriva erroneamente ad affermare
“la bontà dell’aborto, della sperimentazione degli esseri umani o della distruzione
degli embrioni”. È importante, dunque – sottolinea il presidente della Cei – non “abbassare
la guardia” ed affrontare “le molteplici insidie alla vita” con “le armi spirituali”
giuste, ovvero la verità, la giustizia, lo zelo evangelico, la fede, la preghiera.
Anche perché, evidenzia il porporato, oggi “l’opera a favore della vita si allarga
a dismisura”, finendo per comprendere l’integrità della persona.
Non svilire il matrimonio. Preoccupante
la diffusione sistematica di teoria gender
Quando, infatti, “il matrimonio è svilito a convivenza
o ad accordo provvisorio tra due persone”; quando la sessualità non è concepita come
“mutua donazione”, ma come mero “strumento di soddisfazione”, quando nelle scuole
si verifica la “sistematica diffusione dell’ideologia del gender” e quando, a proposito
del fine vita, si ragiona nell’ottica di “proprietà assoluta verso se stessi ed il
proprio corpo”, allora viene compromessa “la vocazione integrale della persona umana”.
Ed a rimetterci, aggiunge il porporato, sono innanzitutto i giovani che si devono
accontentare di “surrogati” di valori e di “obiettivi bassi”.
Sì a sviluppo della scienza, ma non sia
chiuso alla fede
Altro punto centrale della prolusione del card. Bagnasco
riguarda il dialogo tra scienza e fede: “La Chiesa favorisce lo sviluppo della scienza
e la ritiene un bene essenziale per l’uomo”, sottolinea il porporato, ma “la scienza
non è puramente oggettiva, né assoluta” e “non può chiudersi alla fede”. Di qui, il
richiamo a “la necessità di dare regole e stabilire criteri di utilizzo delle tecnologie
a partire da un ragionamento sulle finalità”. Sono questioni, aggiunge il porporato,
“sulle quali si deve ragionare a prescindere dal proprio credo religioso”. In questo
dibattito, i cattolici non temano di essere “marginalizzati o derisi”, ma si pongano
l’obiettivo di “procurare una salutare interazione e integrazione tra scienza e vita,
in modo che le scoperte scientifiche e tecnologiche giovino realmente all’uomo e siano
concepite come un servizio alla vita”, lontane “dalle logiche oscure del potere e
da quelle scivolose della ricerca del piacere”.
Riconoscere e promuovere il valore insostituibile
della famiglia
Infine, il presidente della Cei ribadisce l’importanza
di “riconoscere e promuovere il valore insostituibile della famiglia, vera cellula
della società e culla della vita”. I politici italiani “pongano la famiglia al centro
delle loro iniziative – è l’appello del card. Bagnasco – perché il sostegno ai nuclei
familiari è anche il migliore degli investimenti in vista di una ripresa economica
più rapida e solidale”. La prolusione si conclude con il richiamo al mandato cristiano
di “testimoniare la carità” e “diffondere la logica della gratuità” per sostenere
i più deboli ed opporsi “a quanto deturpa la vita umana e ne oscura la bellezza”.
Scienza e vita: dal referendum sulla legge 40
ad oggi
L’Associazione Scienza e Vita trae la sua origine
dall’omonimo Comitato protagonista, dal febbraio al giugno del 2005, dei referendum
italiano sulla legge 40, in materia di fecondazione medicalmente assistita. Scopo
dell’organismo è quello di promuovere e difendere il diritto alla vita di ogni essere
umano dal concepimento alla morte naturale, come fondamento di tutti i diritti umani
e quindi della democrazia e di dibattere i temi della ricerca scientifica per quanto
attiene alle ricadute sulla vita dell’uomo e della società”.
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