2015-05-28 10:46:00

Siria, rapimento di padre Mourad: uomo di pace e umiltà


“Un uomo di pace e di dialogo”. Così Sama An Daoud, cristiano di Damasco, definisce il suo amico padre Jacques Mourad. Il gesuita, della comunità  - fondata da padre Paolo Dall’Oglio - di Mar Musa, nella città di Qaryatayn, è stato rapito in Siria nei giorni scorsi dai miliziani del sedicente Stato Islamico (Is), dopo la caduta di Palmira nelle mani del 'Califfato'. Sui motivi del sequestro, sentiamo Sama An Daoud, intervistato da Fabio Colagrande:

R. – Padre Jacques è un uomo di grande umiltà. L’ho conosciuto nell’88, quando studiava per diventare diacono al monastero di Mar Musa, dove padre Paolo Dall’Oglio, rapito dall’Is, iniziava a fare i restauri. Io portavo i gruppi scout per lavorare proprio al restauro del monastero. E così è nata tra me, padre Jacques e la comunità di Mar Musa una grande simpatia, un’amicizia. E’ un uomo che ha un cuore aperto a tutti, al dialogo. Lui è il parroco e ha l’incarico di guidare la comunità cristiana della zona di Qaryatayn. E’ stato, quindi, importante nel cercare di calmare la situazione: a Qaryatayn c’erano, infatti, pure gli infiltrati stranieri jihadisti e stava per iniziare una battaglia tra le forze del governo siriano e quelle integraliste. E’ stata la mano di padre Jacques a calmare la situazione e a far tornare la pace nel villaggio di Qaryatayn.

D. – Subito dopo la presa di Palmira, la scomparsa di padre Jacques. Secondo lei, perché è stato rapito?

R. – Stiamo entrando in un vero clima di tensione. L’Is sta avanzando nell’area desertica. La zona, infatti, e le tribù arabe presenti in quella zona hanno la stessa ideologia dell’Is. Palmira, dunque, è stata una conseguenza della caduta di Ramadi. Secondo me - è un’ipotesi - questo integralismo vuole ritornare al villaggio di Qaryatayn, che si trova a 100 km dalla città di Damasco. Qaryatayn è un luogo interessante e importante dal punto di vista militare e geopolitico per l’Is, per entrare nella Siria interna, verso la zona di Homs e di Damasco, e si vede che trovare un uomo, un sacerdote all’interno di una grossa comunità musulmana, dove è molto stimato e molto apprezzato dalla gente del posto, può creare dei disagi. L’Is lavora sempre dove c’è una tensione. A Qaryatayn allora le cose sono tornate calme, tranquille, sia da parte della gente del posto sia da parte del governo. L’Is, quindi, ha l’interesse di far scomparire padre Jacques.

D. – Diciamo quindi un uomo di pace, di dialogo, scomodo per le finalità dei terroristi?

R. – Assolutamente sì. Infatti due mesi fa lui è venuto a Damasco e abbiamo parlato proprio di quella situazione. Mi ha spiegato come sia riuscito a mantenere questa pace nella città di Qaryatayn, evitando una guerra. E’ stato bravissimo nel parlare con l’imam della comunità musulmana, nel parlare con l’autorità militare e politica. E’ così riuscito a mantenere questa pace. E per questo io gli avevo già detto due mesi fa: “Ti prego, stai attento”.








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