2015-05-26 14:51:00

Burundi. Il Vis: Paese diviso, diamo ai giovani un mestiere


Il governo del Burundi ha invitato i suoi connazionali alla “solidarietà nazionale” e ha aperto una sottoscrizione pubblica per finanziare le prossime elezioni. Intanto, il Paese continua a essere scosso., ormai da molte settimane, da un vasto movimento di protesta popolare, principalmente concentrato nella capitale Bujumbura, contro la candidatura a un terzo mandato di presidente uscente, Pierre Nkurunziza. Le violenze che hanno accompagnato la protesta hanno già causato una trentina di morti. In questo scenario, si muove il Vis, il Volontariato internazionale per lo sviluppo, con i suoi progetti di solidarietà. Lucas Duran ha raggiunto telefonicamente a Bujumbura il rappresentante del Vis per il Burundi, Daniele De Angelis:

R. – Qui la situazione può evolvere rapidamente. Probabilmente le elezioni ci saranno, ma questo terzo mandato è in ogni caso molto discusso sia a livello di giuristi, sia della comunità internazionale… C’è chi si appoggia agli Accordi di Arusha e dice quindi che i mandati sono due. La Costituzione parla di mandati a suffragio universale, mentre il primo mandato dell’attuale presidente fu fatto con i due terzi dei votanti a favore… Per cui, da una parte c’è il partito al potere che dice che ha diritto a un terzo mandato, dall’altra parte ci sono invece la comunità internazionale, la società civile, i partiti dell’opposizione e la Chiesa cattolica che hanno già detto che non ha il diritto ad un terzo mandato.

D. – Peraltro, nel Paese non si arresta neanche il numero di sfollati che cercano rifugio. Qual è la situazione del Paese?

R. – La tensione a Bujumbura è crescente, anche perché ci sono migliaia di persone che ogni giorno si affollato alle frontiere per avere dalla Polizia dei salvacondotti per andare in altri Paesi. Molti burundesi, anche qui in città, hanno mandato i figli e la famiglia all’esterno, sia in Congo e sia in Rwanda, a Kigali. Per quanto riguarda la zona rurale, la popolazione che teme rappresaglie e che ha già vissuto ed è ancora traumatizzata da dieci anni di guerra civile, ha paura di questa guerra e fugge.

D. – Quali sono le attività che voi svolgete in Burundi e qual è la fotografia, alla stato attuale, dei vostri progetti e della vostra azione?

R. – Noi, come Vis – un’Associazione di matrice salesiana – ci occupiamo soprattutto di giovani: in Burundi, circa il 50% della popolazione ha meno di 25 anni e per la maggior parte si tratta di giovani che non ha avuto la possibilità di continuare gli studi e che cerca ora un futuro e un avvenire per la propria vita, imparando un mestiere. È a questi giovani noi ci rivolgiamo con i nostri progetti. Adesso stiamo cercando di organizzarci in maniera di poter continuare questo nostro progetto e far sì che non venga interrotto. Alla fine, di tutti i problemi sono i giovani e le fasce più povere della popolazione che ne subiranno le conseguenze.








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