2015-05-20 16:43:00

Istat: Italia in chiaroscuro. Rischio crescita non stabile


Rapporto Istat 

L'Italia sembra tornare a crescere. Il Pil, nei primi mesi dell'anno in corso, segna un aumento dello 0,3%, ma il Paese si conferma sempre più anziano, con enormi disparità tra Nord e Sud sia sul piano economico che sociale e di cura della salute. E' il rapporto scattato dall'Istat nel suo rapporto annuale 2015 sulla situiazione dell'Italia. Sono 7 milioni le persone senza lavoro su 61 milioni di abitanti, dei quali l'8,3% sono cittadini stranieri. 

Dati in chiaroscuro 

Per Alessandro Rosina, Ordinario di Demografia all'Università Cattolica di Milano, referente del 'Rapporto Giovani' dell'Istituto Toniolo di MIlano, "sono dati in chiaroscuro. La sensazione è quella di aver toccato il fondo nel 2014, con il punto più basso nel mercato del lavoro. Con la difficoltà per le famiglie di realizzare i propri obiettivi di vita. Basta ricordare il dato sulle nascite per capire quanto siamo andati a fondo: nel 2014 le nascite sono state le più basse dall'unità d'Italia ad oggi. Il tasso dei giovani italiani che non studiano, nè lavorano resta il più alto in Europa. Ciò fa capire come la crisi abbia colpito duro in Italia e ancora di più sui giovani".

C'è piccola ripresa ma rischio che non sia strutturale

"Verso la fine dello scorso anno e nei primi mesi del 2015, afferma il demografo Rosina, registriamo qualche segnale positivo. Ci sono dei fattori come il deprezzamento dell'euro e il calo del prezzo dei prodotti petroliferi, che hanno favorito questa ripresa. Fattori esterni che si accompagnano anche a fattori interni al sistema Paese avviati dal governo". "Resta il rischio, però, di una crescita che non abbia un fondamento strutturale, indotta da fattori esterni come l'euro basso e il prezzo del petrolio in calo. Un rischio che dobbiamo fare in modo che non accada, per entrare in un periodo di sviluppo e di crescita consolidata e stabile".

 

 

  








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