Il dialogo con i musulmani è più che mai necessario: è quanto ha affermato il cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, parlando ieri ai vescovi e delegati delle Conferenze episcopali per i rapporti con i musulmani in Europa, riuniti a St. Maurice, in Svizzera. Il dialogo è necessario – ha detto il porporato – “in primo luogo, perché la stragrande maggioranza dei musulmani non si riconosce” negli “atti barbarici” dei terroristi; poi “perché proseguire il dialogo, anche in un contesto di persecuzione, può diventare un segno di speranza ".
In Europa oggi l'Islam fa paura
Negli ultimi anni – ha sottolineato - alcuni fenomeni
hanno contribuito a creare un'immagine negativa dell'Islam come "l'arrivo di molti
musulmani nel continente attraverso l'immigrazione clandestina; la comparsa di jihadisti
nati in Europa, che diventano rapidamente ‘soldati di Allah’ e l'uso della religione
musulmana di alcuni per giustificare tali pratiche che fanno si che ora, in Europa,
l'Islam fa paura (troppo spesso, dire ‘religione’ significa dire ‘violenza’)". Il
cardinale Tauran si chiede: "l'Europa è diventata un rifugio per i movimenti fondamentalisti
che forniscono istruzione di base ai giovani musulmani, promuovendo nel contempo un
ripiegamento comunitario e un rifiuto del contesto ambientale?".
Applicare i criteri dell'ermeneutica ai testi coranici
Ma in questo contesto in cui molti percepiscono solo
ombre, il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso vede qualche
luce, come "la convinzione che si afferma sempre più in Europa, vale a dire la necessità
di applicare i criteri dell'ermeneutica ai testi coranici; un Ayatollah di Teheran
che ha detto lo scorso novembre, che fede e ragione non sono incompatibili o la presentazione
presso la Pontificia Università Gregoriana nel mese di gennaio della traduzione in
Farsi del Catechismo della Chiesa cattolica".
Come essere un musulmano e diventare un europeo?
Per il cardinale Tauran, è chiaro che i primi attori
interpellati per l'eradicazione di una certa islamofobia crescente in Europa, sono
in primo luogo le comunità musulmane del continente: "Devono affrontare gli estremisti
e terroristi che cercano una giustificazione religiosa per le loro azioni. In ogni
caso, la domanda sorge spontanea: come essere un musulmano e diventare un europeo?".
Il cardinale Ricard: solo via del dialogo prepara futuro
Anche il cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo
di Bordeaux, ha detto che “solo la via del dialogo, della conoscenza, della collaborazione
e della stima reciproca, prepara realisticamente il futuro". "Che ne è dell‘Islam,
del suo vero volto?" - ha chiesto il cardinale: "Il dramma dell‘espulsione dei cristiani
in aree passate sotto il controllo dello Stato Islamico ha toccato molti membri delle
nostre comunità cristiane. L‘affermazione di un Islam, conquistatore e guerriero,
da parte di leader di questo Stato ha turbato le coscienze". Da qui l‘aumento dell‘islamofobia
in Europa. "Percepiamo nelle nostre società - constata il cardinale Ricard - un aumento
di reazioni islamofobe. Mi colpisce che queste vengono espresse sempre più apertamente,
anche nelle nostre comunità cristiane. Notiamo che un certo numero di musulmani vive
male il fatto di essere continuamente sfidati a dimostrare la loro fedeltà alle leggi
delle nostre società europee, quando non sono semplicemente considerati come ‘quinta
colonna‘, i complici di un Islam duro e conquistatore". Per rispondere a queste domande
la soluzione proposta dal cardinale Ricard è "analizzare con realismo la nostra situazione
oggi" ed "esprimere nuovamente le nostre convinzioni con forza. Lo sappiamo che: solo
la via del dialogo, della conoscenza, della collaborazione e della stima reciproca,
prepara realisticamente per il futuro. Questo è sia una sfida per le nostre società
sia una chiamata da parte del Signore".
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