Un accorato appello a non dimenticare la tragedia del Nepal è stato lanciato a Roma, durante l’assemblea di Caritas Internationalis. Il secondo terremoto del 12 maggio scorso ha causato circa 100 morti. Globalmente, dal sisma del 25 aprile, le vittime sono oltre 8 mila. Domenica prossima, in tutte le chiese d’Italia si terrà la colletta nazionale indetta dalla Cei in favore delle popolazioni nepalesi. Sui bisogni più urgenti, Giada Aquilino ha sentito il direttore della Caritas Nepal, Pius Perumana, presente all’incontro di Roma:
R. – The most urgencies…
I bisogni più urgenti per le persone sono quelli di
avere un riparo: tende o teloni impermeabili per proteggersi dalla pioggia. Ce ne
sono poi tantissimi altri: c’è bisogno di medicine, di cibo. Tutti, ma in particolare
disabili, bambini, donne e anziani, richiedono tanti tipi di assistenza: dalle necessità
materiali all’aiuto psicologico. I bisogni sono enormi. Le scosse di terremoto hanno
portato grande devastazione ovunque. Proprio davanti a me ho assistito al crollo di
molte costruzioni; ho visto persone piangere, chiedendo aiuto, e mi sono sentito del
tutto impotente e perso, non sapendo davvero cosa fare. Le strade bloccate, comunicazioni
ed elettricità fuori uso. In tre ore, il governo è riuscito ad aprire di nuovo le
strade ed io sono stato in grado di raggiungere l’ufficio della Caritas. Ho visto
quindi che l’ufficio era integro e che i volontari scavavano tra le macerie per cercare
eventuali sopravvissuti. Purtroppo, proprio in coincidenza col terremoto le temperature
si sono abbassate drasticamente con tanto freddo e pioggia. Siamo riusciti a trovare
qualche telone impermeabile in uno dei negozi che siamo riusciti ad aprire e abbiamo
cominciato a distribuirli. Più di 8 milioni di persone sono state colpite dal sisma
e un milione sono per strada solo a Kathmandu. Le altre scosse hanno portato nuove
distruzioni e crolli di case. La valle di Kathmandu si è spostata di tre metri a Sud.
Ho visto tanta distruzione.
D. – La Caritas aiuta tutti, senza distinzioni?
R. – Well, 99,9%…
Il 99,9% di quelli che beneficiano del nostro aiuto
non sono cristiani o non sono cattolici. Noi aiutiamo tutti, senza nessuna discriminazione.
Adesso, le persone sono tutte traumatizzate, disperate, hanno bisogno di incoraggiamento
e speranza. Per questo apprezziamo i media che aiutano a non abbassare l’attenzione
su questa tragedia che continua. Io chiedo a tutti di pregare per noi.
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