L’assemblea di Caritas internationalis che si svolge in questi giorni a Roma, ha eletto in il suo nuovo presidente: si tratta del cardinale filippino Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila. Succede nell’incarico al cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, che lascia la presidenza dopo due mandati. Tra i partecipanti all’Assemblea anche il card. Peter Turkson, presidente del dicastero “Giustizia e Pace”. Nel suo intervento il porporato ha messo in guardia da un “infatuamento” per il Pil, esortando i Paesi più ricchi a promuovere un’economia inclusiva in favore dei più bisognosi. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Abbiamo bisogno di “soluzioni tecnologiche ed economiche innovative e sostenibili”. Ne è convinto il cardinale Peter Turkson che, rivolgendosi all’assemblea generale di Caritas Internationalis, sottolinea che la Chiesa è “esperta in umanità” e per questo non si stanca di chiamare all’impegno per “la giustizia e la carità”.
Impegnarsi per un vero sviluppo sostenibile
Il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e
Pace ha evidenziato il paradosso di un mondo che produce più cibo di quanto ne servirebbe
ai suoi 7,3 miliardi di abitanti ma che poi vede 800 milioni di persone affamate,
oltre il 10 per cento della popolazione planetaria. Per questo, ha osservato, è necessario
che finalmente la comunità internazionale “faccia proprio il concetto di sviluppo
sostenibile” anche considerando quanto i cambiamenti climatici e i disastri ad essi
correlati si abbattono su popolazioni già prostrate dalla povertà.
No all’infatuazione per il Pil, serve solidarietà
E’ tempo, ha esortato il cardinale Turkson, di “abbandonare”
un’“irrazionale infatuazione per il Pil” e l’accumulazione di risorse per passare
a lavorare “assieme ad uno sviluppo sostenibile, in un sistema che leghi la prosperità
economica alla inclusione sociale e alla protezione” dell’ambiente naturale. Riprendendo
le parole di Papa Francesco, il porporato africano ha ammonito che “senza una conversione
morale e un cambiamento dei cuori, le leggi e le politiche” saranno inefficaci. “Senza
un fondamento etico – ha ripreso – l’umanità sarà priva del coraggio, della sostanza
morale” per portare avanti delle proposte politiche giuste. Se dominano “l’individualismo
e l’egoismo”, ha detto ancora, “non potrà esserci sviluppo sostenibile”. Il progresso
verso la sostenibilità, ha affermato, “richiede infatti una fondamentale apertura
alla relazione”, alla “giustizia, alla responsabilità”, alla “solidarietà”. I “cittadini
delle nazioni più ricche – è stata ancora la sua esortazione – devono stare spalla
a spalla con i poveri sia nel proprio Paese sia all’estero”.
Proteggere l’ambiente per le generazioni future
Il cardinale Turkson ha quindi dedicato una parte
importante del suo intervento alla protezione dell’ambiente, sottolineando che le
nazioni ricche che hanno beneficiato dei combustibili fossili sono “moralmente obbligati
a trovare e promuovere soluzioni per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici”.
Ancor di più, sono obbligati a “ridurre le loro emissioni di biossido di carbonio”
e ad impegnarsi per le future generazioni e per proteggere i “Paesi poveri dai disastri
causati o esacerbati dagli eccessi dell’industrializzazione”.
Coltivare nuovi valori, avere il coraggio di scelte
audaci
Il cardinale Turkson ha concluso il suo intervento
ribadendo l’importanza di far prevalere la solidarietà sull’avidità per rendere la
Terra un pianeta ospitale per ogni generazione. Per questo, ha detto, “abbiamo bisogno
di coltivare un nuovo paradigma di valori e virtù, inclusa la conservazione dell’ambiente,
la compassione per gli esclusi, il coraggio di assumere scelte audaci, e l’impegno
a lavorare assieme per l’obiettivo condiviso del bene globale comune”.
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