2015-05-13 12:54:00

Sud Sudan: medici e missionari lasciano Stato di Unity


Decine di migliaia di persone che abbandonano le loro case, ma anche medici e missionari costretti ad evacuare: è la situazione nello Stato sud sudanese dello Unity. Uno dei tre Stati del Paese africano in cui si fronteggiano i sostenitori del presidente, Salva Kiir, e i ribelli del suo ex vice, Riek Machar, ma la lotta per il potere tra i due uomini forti del più giovane Stato africano sembra aver riaperto le ferite di tensioni tra Dinka e Nuer, principali etnie del Paese, mai sopite. Fausta Speranza ha raggiunto telefonicamente in Sud Sudan, Anna Sambo, responsabile degli operatori della ong Asi:

R. – Quello che sappiamo è che lo Stato dello Unity è uno dei tre Stati dove i combattimenti vanno avanti dal dicembre del 2013 e in questo momento si sono intensificati. C’è, quindi uno scontro tra l’esercito governativo e l’esercito dei ribelli. Sappiamo anche che dallo Stato dei Laghi, Lake State, dove noi abbiamo dei progetti, stanno passando molti mezzi militari. Oggettivamente, c’è un contrattacco da parte dell’esercito governativo nei confronti dei ribelli, proprio nello Stato dello Unity. Quello che sappiamo è che la Croce Rossa Internazionale e Medici senza Frontiere hanno evacuato gli ospedali in cui stavano lavorando. E’ una notizia grave e anche triste, perché significa che loro che sono lì sempre, da tanto, anche in situazioni molto pericolose, non hanno proprio le condizioni per poter soccorrere le persone. Si vede che non hanno più nessun aiuto dalla popolazione, dalle forze che sono presenti nello Stato dello Unity. E sappiamo che i Comboniani che hanno una missione a Leer, che è nello Stato dello Unity appunto, sono dovuti scappare, cosa che era già successa dopo lo scoppio della guerra a gennaio del 2014. Proprio l’altro giorno, domenica, sono stata a Messa in una Chiesa di Comboniani e c’erano proprio queste persone che erano scappate dalla missione.    

D. – Quando pensiamo al Sud Sudan, pensiamo immediatamente al conflitto con il Nord. Ma si tratta di altre situazioni, vero?

R. – Sì, infatti. Sembra ci siano state delle tensioni con il Sudan, perché ci sono state recentemente le elezioni. In realtà, però, il conflitto è proprio interno, tra l’esercito governativo, quindi del presidente Salva Kiir, e l’esercito dei ribelli.

D. – Lei dove si trova?

R. – In questo momento sono nello Stato dei Laghi, a Rumbek, che è la capitale. Sono in missione per una settimana, per visitare alcuni luoghi dove sono presenti i nostri progetti. Normalmente, però, di base sono a Juba, la capitale del Sud Sudan.

D. – Qual è lo stato d’animo della popolazione?

R. – Lo stato d’animo della popolazione è di preoccupazione, soprattutto per la crisi economica che c’è in questo momento. L’elemento più grave è, infatti, che il pound sudanese – la moneta locale – si stia svalutando alla velocità della luce. Nella pratica, dunque, gli stipendi delle persone valgono sempre meno. I prezzi sul mercato aumentano sempre di più e questo causa grosse difficoltà ai sud sudanesi. Di conseguenza, c’è preoccupazione nelle persone, che temono di non poter riuscire a comprarsi da mangiare.








All the contents on this site are copyrighted ©.