2015-05-13 12:56:00

Burundi: appello al dialogo e alla pace delle Chiese mondiali


Il Consiglio Ecumenico delle Chiese (Coe) e la Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa (Ceta) hanno lanciato un appello al dialogo perché cessino in Burundi le violenze in vista delle prossime elezioni presidenziali. Proteste e scontri si sono verificati nei giorni scorsi in seguito alla ufficiale candidatura dell’attuale Presidente Pierre Nkurunziza per un terzo mandato.

Le tensioni minano la pace nel Paese
In una dichiarazione datata 5 maggio, pubblicata a Ginevra e Nairobi e firmata dal pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Coe, e dal pastore André Karamaga, segretario generale della Ceta, è stata espressa profonda preoccupazione per i violenti episodi in cui hanno perso la vita 18 persone. Manifestazioni di tal genere, specifica la dichiarazione, non si verificavano dal termine della guerra civile, nel 2005. “L’attuale clima di divisione mette in pericolo l’accordo di pace volto a mettere fine al conflitto” si legge nel documento. Il limite di due mandati presidenziali nel Paese è stato sancito nel 2000 dall’accordo di Arusha, che ha posto fine al conflitto fra le due principali etnie del Burundi, gli Hutu e i Tutsi.

Occorre pregare per la stabilità nella regione dei Grandi Laghi
“E’ importante che la violenza cessi e che il dialogo sia restaurato” sottolinea la dichiarazione, che evidenzia come non si tratti soltanto della pace e della sicurezza dei burundesi, ma anche della stabilità della regione dei Grandi Laghi. “Il Consiglio Ecumenico delle Chiese e la Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa invitano i fedeli a pregare per tutte le persone in Burundi, per la giustizia e per la pace”, conclude il documento, che esorta le Chiese e i leader religiosi a scoraggiare qualunque forma di violenza ed invita a sostenere il dialogo ed il mutuo rispetto di tutte le parti. (T.C.)








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