2015-05-11 14:30:00

Papa a vescovi del Togo: sostenere matrimonio cristiano


Sostenere gli impegni, “esigenti ma magnifici”, del matrimonio cristiano nonostante nel mondo si offrano “modelli di unione e di famiglie incompatibili” con la nostra fede. È il mandato del Papa ai vescovi del Togo, in “visita ad Limina”. Nel discorso consegnato ai presuli, guidati dal presidente della locale Conferenza episcopale, mons. Benoît Alowonou, il Pontefice ha esortato i vescovi a sostenere il dialogo interreligioso e a non entrare direttamente nelle querelle politiche del Paese. Il servizio di Giada Aquilino:

Matrimonio, impegno esigente ma magnifico
Di fronte agli “attacchi ideologici e mediatici” che offrono “modelli di unione e di famiglie incompatibili con la fede cristiana”, diffusi oggi in Togo e in tutto il mondo, è necessario preparare i giovani e le coppie agli “impegni, esigenti ma magnifici, del matrimonio cristiano”. Questa l’esortazione del Papa ai vescovi del Paese africano. Francesco, ricordando il prossimo appuntamento di ottobre col Sinodo dei vescovi, ha constatato che in Africa la famiglia è “accogliente nei confronti della vita” e delle persone anziane. Sono “aspetti positivi” di cui si deve parlare e che vanno ascoltati: un patrimonio che va “preservato” e utilizzato come “esempio e incoraggiamento per gli altri”. Perché - ha evidenziato ai vescovi - “da voi il Sacramento del matrimonio è una realtà pastorale ben accolta”, nonostante sussistano “ostacoli di ordine culturale e legale” che impediscono a certi sposi di realizzare il “desiderio di fondare la loro vita di coppia sulla fede in Cristo”. Incoraggiati quindi gli sforzi, anche in “termini di comunicazione”, per “sostenere le famiglie nelle loro difficoltà”, nell’educazione e nelle opere sociali.

Numerose vocazioni in Togo
In primis quindi l’attenzione ai giovani: la “Chiesa-famiglia” in Togo, ha constatato il Pontefice, ha d’altra parte scelto di essere vicina a bambini e ragazzi con “una buona formazione, umana e religiosa, attraverso numerosi progetti e iniziative”: “non ignoro - ha rivelato Francesco - gli sforzi considerevoli, tanto umani che materiali”, che tale lavoro implichi a tutti i livelli, anche con l’aiuto dei catechisti. I religiosi e le religiose, poi, “hanno un ruolo insostituibile” nell’annuncio e nella trasmissione della fede nel Paese africano. Sono “numerosi” gli istituti religiosi, “sia autoctoni sia missionari”, ha ricordato il Papa, sottolineando che in particolare in questo Anno della Vita Consacrata va ricordato il loro “impegno disinteressato e generoso” al servizio di Cristo e della Chiesa, di cui beneficia tutta la popolazione. Francesco ha pure esortato i presuli ad essere “sempre vicini” ai sacerdoti, in un “vero spirito di famiglia”. Le vocazioni “sono numerose” in Togo e i seminaristi “ricevono una buona formazione” per quanto riguarda i valori evangelici, per aiutarli a “lottare contro l’ambizione, il carrierismo, la gelosia, la mondanità, la seduzione del denaro e dei beni di questo mondo, in un celibato sincero e gioiosamente vissuto”.

Collaborare con istituzioni ma non entrare nelle questioni politiche
Il Papa si è poi rallegrato per il ruolo avuto dalla Chiesa nei “notevoli progressi” compiuti dalla società togolese negli ultimi anni, soprattutto nel campo della giustizia e della riconciliazione, ed ha esortato i vescovi a continuare ad assicurare che la Chiesa abbia “il posto che merita nel processo di riforme istituzionali”. Citando l’Esortazione Apostolica postsinodale ‘Africae munus’ di Benedetto XVI, ha ricordato che la Chiesa in Africa deve aiutare a costruire la società “in collaborazione con le autorità governative e le istituzioni pubbliche”: tuttavia, ha sottolineato Francesco, è necessario “non entrare direttamente nel dibattito o nelle querelle politiche”, avendo comunque a cuore la formazione, l’incoraggiamento e l’accompagnamento di laici capaci di “investire” al più alto livello al servizio della Nazione e di assumersi responsabilità.

Sostenere e sviluppare dialogo interreligioso
Accolta con favore “l’azione congiunta con le altre comunità cristiane”. Nell’ambito del dialogo interreligioso, ha concluso, va sostenuta e sviluppata ulteriormente la “cultura del dialogo e dell’incontro”, in una società come quella togolese in cui si vive una convivenza pacifica, in particolare con l’islam, che va mantenuta anche rispetto al contesto attuale dell’Africa occidentale.








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