2015-05-10 15:00:00

Presidenziali in Polonia: favorito Komorowski


Polonia alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali. Gli osservatori danno per favorito il capo di Stato uscente Bronislaw Komorowski vicino al partito centrista Piattaforma Civica. Diversi gli sfidanti. Probabile il ricorso al ballottaggio, in programma il 24 maggio. Eugenio Bonanata ha parlato dell’appuntamento elettorale con Tadeusz Cieslak, della sezione polacca della Radio Vaticana:

R. – Il Paese è molto diviso. C’è il presidente uscente, che è il candidato principale, che rappresenta piuttosto il governo che governa da otto anni. E poi ci sono 10 contro-candidati che rappresentano i vari partiti dell’opposizione, ma anche della coalizione. Il problema è se conservare questo sistema, che dura da otto anni, oppure raccogliere la sfida del cambiamento. Quelli che dicono che bisogna cambiare marcia, e anche cambiare il governo, lo fanno sottolineando le cose negative che succedono in Polonia, soprattutto a livello sociale: la fuga dei giovani, specialmente di quelli con una formazione superiore e con una professionalità qualificata, che vanno all’estero per fare carriera. Sottolineano i problemi della burocrazia, e anche sulle carenze  della politica internazionale del governo.

D. – Il presidente uscente ha puntato soprattutto sui problemi della sicurezza…

R. – Sì, però questo è un aspetto abbastanza nuovo: nei cinque anni del suo mandato, il suo cavallo di battaglia era la sicurezza che c’era. Adesso ha cambiato opinione, da un anno a questa parte, da quando cioè è successo quello che è successo in Ucraina, e si è visto che la Polonia non è poi così al sicuro come si pensava. Perciò adesso “la sicurezza” rappresenta la sfida per questo governo.

D. – Invece il candidato del partito per la Legge, Duda, si è concentrato maggiormente sullo stato sociale: ha scelto un tema più appetibile?

R. – Probabilmente sì. Sembra così specialmente per la nuova generazione, per i giovani che non si sentono sicuri. Molti di loro non vedono prospettive. Perciò queste argomentazioni sullo stato sociale e anche sulle possibilità di sviluppo del Paese, sono più appetibili, più scottanti, possiamo dire.

D. – Ma i giovani sono interessati alla politica?

R. – Dipende da chi sono i giovani: c’è diversità tra le generazioni. La nuova generazione, la generazione dei ventenni, sembra più pronta a partecipare. Invece i giovani trentenni sono piuttosto passivi. C’è poi un altro candidato che è emerso proprio negli ultimi giorni, Pavel Kukiz, che rappresenta una destra “nazionalista”, ma anche tradizionalista, che è appoggiato proprio dai più giovani.

D. – Il discorso dell’Europa è preponderante nel Paese?

R. – Non tanto. Penso che la maggior parte della gente sia favorevole alla presenza della Polonia nell’Unione Europea, una presenza attiva. Però, per esempio, si oppongono all’euro. Perciò la gente ha paura che possa ripetersi la stessa storia della Grecia. Per questo c’è un atteggiamento genericamente a favore dell’Europa, ma critico al tempo stesso.








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