2015-05-09 14:57:00

Lampedusa, "Festa dell'Europa". Nicolini: l'Ue sia solidale


“Festa dell'Europa” oggi e domani a Lampedusa, scelta dalla Regione Siciliana per celebrare l'evento con una serie di dibattiti e di incontri su temi che andranno dall'immigrazione ai percorsi di integrazione, dai giovani alle misure per rilanciare il turismo e l’economia nell'isola. Ma che cosa rappresenta questa festa per Lampedusa, citata spesso come esempio di solidarietà e accoglienza, porta di un'Europa spesso troppo lontana? Adriana Masotti lo ha chiesto al sindaco, Giusi Nicolini:

R. – Il fatto che Lampedusa sia stata scelta dalla Regione per celebrare questa data, per me è un’opportunità: il 9 maggio è una data storica, segna la fine del nazismo, della Seconda Guerra mondiale, l’inizio della costruzione della pace. Il 9 maggio è la data del "Rapporto Schumann" in cui si pronuncia per la prima volta la parola “Europa”… Così nasce l’Europa. Ricordarlo, oggi, è particolarmente importante, perché oggi l’Europa tradisce, tradisce lo spirito di pace, di cooperazione che sono i valori fondanti della comunità europea.

D. – Quindi, un’occasione per richiamare l’Europa alle sue responsabilità e questo per vari problemi, ma anche per quello dell’immigrazione. Che momento sta vivendo Lampedusa, su questo fronte?

R. – E’ un momento ordinario, per noi, nel senso che non c’è “nulla di nuovo sotto il sole”. Ci sono gli sbarchi, non c’è più “Mare Nostrum” e questo sovraespone di più Lampedusa, nel senso che prima le navi della Marina militare che partecipavano all’operazione “Mare Nostrum” trasportavano le persone soccorse direttamente in Sicilia. In parte questo oggi viene fatto dalle navi della Guardia costiera, che però sono in numero minore, per cui il nostro Centro di accoglienza è tornato ad essere un punto fondamentale per la prima accoglienza di molti migranti.

D. – Di fronte ai continui sbarchi e anche ai recenti grossi naufragi nel Mediterraneo, secondo lei c’è finalmente una presa di coscienza da parte dell’Europa che l’immigrazione è una questione europea?

R. – Ci sono segnali contrastanti. Quando io, dopo il naufragio nel quale hanno perso la vita quasi 800 persone, ho sentito parlare di “bombardamento dei barconi”, di “blocco navale”, ho sentito insomma toni militareschi di fronte a una tragedia che avrebbe dovuto esigere risposte completamente diverse, mi sono cadute le braccia. D’altro canto, però, per esempio le racconto che ieri notte una nave tedesca, che è stata messa a disposizione dal governo tedesco per aiutare la Guardia costiera italiana, ha salvato 400 persone e le ha portate direttamente a Reggio Calabria. Anche l’Inghilterra ha messo a disposizione un mezzo navale per cooperare ai soccorsi. Quindi, ci sono segnali contrastanti. Credo che la presa di coscienza sia ormai inevitabile, che la propaganda debba finire di fronte alle tragedie, di fronte a questo mare che aspetta finalmente giustizia.

D. - E in effetti, a quanto è stato detto anche dalla Mogherini, sembra che l’Europa si stia muovendo nella direzione del salvataggio delle persone, del contrasto ai trafficanti ma anche della condivisione dell’accoglienza tra gli Stati membri dell’UE…

R. – Sì, infatti, sono passaggi inevitabili e obbligatori. 








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