2015-05-04 15:06:00

Sciopero nazionale contro Ddl Scuola. Uciim: troppo autoritarismo


Domani sciopero della scuola e cortei in tante cittàcontro il provvedimento “la Buona Scuola” del governo. Il ministro dell’Istruzione Giannini afferma che il governo è compatto e che si tratta di una riforma innovativa. Ma i sindacati contestano l’esecuivo. Sulle ragioni del dissenso, Roberta Gisotti ha interpellato Rosalba Candela, presidente nazionale Uciim, l’Unione cattolica italiana di insegnanti:

D. – Prof.ssa Candela, cosa non va in questa ennesima riforma della scuola, contestata da studenti e docenti? E perché la scuola, in Italia, resta un campo minato per i governi?

R. – Guardi, in questa riforma della scuola non va il centralismo autoritario che ne viene fuori: è veramente esagerato! Per esempio, le competenze e le funzioni che si danno ai dirigenti scolastici sono immani: i dirigenti stessi non le accettano. Si scardina la visione democratica della scuola, voluta anche dalla nostra Costituzione e soprattutto dai Decreti delegati.

D. – Ieri la Commissione al lavoro alla Camera ha però ridimensionato i poteri, che nel Disegno originale erano affidati ai dirigenti scolastici: questo non vi ha soddisfatto?

R. – No, guardi: hanno esaminato gli emendamenti dei primi quattro articoli. Il primo è sulle finalità, il secondo è l’autonomia scolastica, il terzo è il percorso formativo degli studenti e poi c’è lavoro, territorio, eccetera. In merito all’autonomia scolastica, quello che viene cambiato è un termine: al posto de “i dirigenti scolastici scelgono”, appare ora “individuano”: io vorrei sapere la grande differenza che c’è tra queste due parole… Dopodiché, ancora devono esaminare tutti gli altri articoli. Per esempio, c’è l’articolo 7 che individua le competenze del dirigente scolastico, e i successivi articoli che parlano di formazione, merito dei docenti … Quindi, no: non mi soddisfa quell’emendamento che cambia la parola “scegliere” con “individuare” …

D. – Quindi non sarebbe vero che il piano dell’offerta formativa non sarà elaborato dal dirigente scolastico, ma dal collegio dei docenti?

R. – Questo sì, è vero. Però, un articolo poi va a intersecarsi con i successivi, e bisogna vedere come viene  poi effettivamente regolamentato. Ma questo da solo non può soddisfare: non significa assicurare una gestione democratica della scuola, se continuiamo a lasciare determinati poteri ai dirigenti scolastici. E’ troppo poco, ancora, per dire che il Disegno di legge sia stato cambiato. E’ troppo poco!

D. – L’impressione che si ha, però, dal di fuori, è che ci sia davvero una forte diffidenza da parte di chi la scuola la vive in prima persona, rispetto all’autorità politica che legifera …

R. – Noi, da cattolici siamo per la prudenza e non bisogna mai dire come fa il premier: “Non saranno quattro fischi a fermarci!”. E’ vero: un progetto di riforma, per carità, deve andare avanti, perché altrimenti non ne facciamo mai, di riforme. Però, non basta ascoltare la base, semplicemente, se poi si va avanti lo stesso con le proprie idee. Io, se faccio così, esaspero di più la protesta. Bisogna essere più umili, anche nel dialogare con gli altri.

D. – Ieri la Camera ha dato via libera anche all’educazione alla parità di genere: su questa parola, lo sappiamo, ci sono molte divergenze. Ci si chiede se non sarà promossa la teoria di gender, che è cosa diversa da “pari opportunità uomo-donna”?

R. – Questo è un argomento delicatissimo. Noi siamo, sì, per la parità di genere, ma che non si ripeta più l’errore che era stato fatto – e poi era stato bloccato – di fare entrare nelle scuole l’Arcigay e via dicendo, per formare, per incontrare gli alunni!

D. – Però si parla di genere ma non si specifica uomo-donna, maschio-femmina …

R. – Il Buon Dio ci ha fatti maschio e femmina: questo è quello che dobbiamo promuovere con tutta la tolleranza e senza alcuna omofobia: ci mancherebbe altro!

D. – La Camera ha detto sì anche alla promozione dei cibi biologici e dei prodotti a km/0 nelle mense, alle scuole aperte per attività ricreative anche in estate, a più fondi per gli istituti di alta formazione artistica musicale e coreutica: su questi punti immagino siate d’accordo?

R. – Siamo pienamente d’accordo. Bisogna però coniugare le scuole aperte d’estate e decidere con quale personale? Bisogna andare a regolamentare questo aspetto. Senza proclami, ma bisogna calare le cose nella realtà e vedere come realizzarle. Non possiamo lasciare niente all’improvvisazione, nelle scuole.








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