2015-05-04 16:59:00

Expo, Caritas: violenza impedisce dialogo costruttivo


"L'Expo deve riportare l'attenzione sulla necessità di custodire il pianeta, affinché tutti i suoi abitanti possano avere una vita dignitosa. Oggi ancora ottocento milioni di persone soffrono di malnutrizione e trentasei milioni, fra cui tre milioni di bambini, soffrono la fame. Ma dietro i numeri - come ci ha ricordato Papa Francesco - ci sono volti di persone e la Chiesa da sempre è vicina a queste persone". Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana e vicecommissario del Padiglione della Santa Sede a Expo, commenta così il video-messaggio inviato da Francesco in occasione dell'inaugurazione di Expo Milano 2015. 

"E' stato bellissimo il tentativo del Papa - afferma Gualzetti - di dare loro voce proprio nel momento clou dell'inaugurazione. E' come se tutti i paesi partecipanti all'Expo fossero stati costretti a guardare in faccia ai loro cittadini che soffrono di malnutrizione. E non parlo solo dei paesi del Sud del mondo, perché anche in Europa e negli Usa ci sono cittadini che debbono rinunciare a nutrire se stessi o la loro famiglia perché non hanno un lavoro".

Gualzetti riflette anche sul pomeriggio di terrore vissuto da Milano il 1° maggio, quando, durante la manifestazione contro l'Expo, i Black Block hanno devastato il centro della città. "E' da quattro anni che ci prepariamo ad Expo ed è da quattro anni che ci confrontiamo con tutti", spiega. "Sia con chi la considera un'occasione fondamentale per affrontare questi temi, sia con chi ha scelto di non farne parte, come alcune realtà cattoliche". "Non mi stupisce che ci sia gente che manifesta contro l'Expo e credo abbia tutto il diritto di farlo. Ma coloro che hanno utilizzato questa occasione solo per sfogare la loro rabbia irrazionale e distruttiva non credo abbiano nulla a che fare con chi, in questi anni, ha cercato la discussione e espresso critiche". "Noi, come Caritas, abbiamo scelto di stare dentro l'Expo, per prendere la parola su un tema che ci sta a cuore, anche se ci troviamo accanto a multinazionali che esprimono modelli economici ed agricoli all'opposto dei nostri. Ma vogliamo stare dentro nello spirito di incontro e di dialogo". "Naturalmente - prosegue Gualzetti - molti continueranno a restare fuori dall'Expo e a manifestare contro. Ma chi scivola o degenera su modalità violente si schiera al di fuori di ogni logica costruttiva". "Quando a non sedere alla nostra tavola di paesi ricchi non saranno più solo ottocento milioni di persone non so cosa succederà", aggiunge Gualzetti. "Conviene anche a noi affrontare questi temi e risolverli e il Papa ci ha indicato la strada: quella di un lavoro dignitoso per tutti. Dobbiamo lavorare proprio per evitare di infilarci in situazioni di perenne conflitto tra ricchi e poveri".

Il vicedirettore di Caritas Ambrosiana commenta anche la reazione positiva delle migliaia di cittadini milanesi che si sono ritrovati in strada, a due giorni delle devastazioni dei Black Block, per ripulire la città. "Milano è, da sempre, fra le città più accoglienti e più aperte. E' nata come 'città di mezzo', aperta alla diversità e agli immigrati. La sua caratteristica è sempre stata quella di rielaborare gli scontri trasformandoli in incontri. E i cittadini - sia laici che cattolici - hanno dimostrato questa stessa identità culturale. Una reazione quindi prevedibile e più che positiva, per una cittadinanza che sta, tra l'altro - conclude il vicecommissario del Padiglione della Santa Sede - vivendo bene la realtà dell'Expo, con tutte le sue contraddizioni". 








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