2015-05-03 12:39:00

Francesco: cristiani veri fanno bene a prossimo e società


Se un cristiano vive la propria fede restando unito a Cristo può fare “tanto bene” al prossimo e alla società. Lo ha affermato Papa Francesco al Regina Caeli in Piazza San Pietro, davanti a oltre 50 mila persone. Dopo la preghiera mariana, il Papa ha rivolto un saluto particolare all’Associazione “Meter”, in coincidenza con la Giornata dei bambini vittime della violenza. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Un cristiano, lo dice il nome, si riconosce nella massa perché ha pensieri e atteggiamenti diversi, improntati al bene comune mentre intorno si cerca il vantaggio di pochi, capace di attenzione ai bisogni dell’altro laddove si hanno occhi solo per i propri affari.

Senza vite non vive il tralcio
Ma un cristiano può essere tale solo a una condizione, quella affermata da Gesù durante l’Utima Cena: che resti unito a Cristo come un tralcio è attaccato alla vite. È questo, ricorda Papa Francesco al Regina Caeli, il “modo nuovo” indicato da Gesù e reso possibile dai Sacramenti, dal “mantenersi fedeli al Battesimo” – sottolinea Francesco – alla “preghiera tutti i giorni”, al “leggere il Vangelo”, in una parola al “crescere nell’amicizia con il Signore”:

“I tralci non sono autosufficienti, ma dipendono totalmente dalla vite, in cui si trova la sorgente della loro vita. Così è per noi cristiani. Innestati con il Battesimo in Cristo, abbiamo ricevuto da Lui gratuitamente il dono della vita nuova; e possiamo restare in comunione vitale con Cristo”.

Doni che fanno “tanto bene”
Da questa comunione, prosegue Francesco, scaturisce la novità cristiana che può incidere in qualsiasi rapporto personale, qualsiasi ambito sociale:

“Se uno è intimamente unito a Gesù, gode dei doni dello Spirito Santo, che – come ci dice san Paolo – sono ‘amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé’ e questi sono i doni che ci vengono se noi rimaniamo uniti a Gesù; e di conseguenza una persona che è così unita fa tanto bene al prossimo e alla società, è una persona cristiana. Da questi atteggiamenti, infatti, si riconosce se uno è un vero cristiano, come dai frutti si riconosce l’albero”.

Un nuovo modo di essere
Davvero tutto viene trasformato di un cristiano che resta unito a Gesù – “anima, intelligenza, volontà, affetti, e anche il corpo”, assicura Francesco. E i “frutti” che ne derivano definisce “meravigliosi:

“Riceviamo un nuovo modo di essere, la vita di Cristo diventa nostra: possiamo pensare come Lui, agire come Lui, vedere il mondo e le cose con gli occhi di Gesù. Di conseguenza, possiamo amare i nostri fratelli, a partire dai più poveri e sofferenti, come Lui lo ha fatto, e amarli con il suo cuore e portare così nel mondo frutti di bontà, di carità e di pace”.

Ogni persona sia protetta
Al momento dei saluti seguiti alla recita del “Regina Caeli”, il Papa ricorda la Beatificazione avvenuta ieri di Luigi Bordino, il laico consacrato della Congregazione del Cottolengo, che “si è speso senza sosta – evidenzia – in favore dei più poveri, medicando e lavando le loro piaghe”. Quindi, Francesco rivolge un saluto particolarmente grato all’Associazione Méter, nel giorno dedicato ai bambini vittime della violenza, “per l’impegno – afferma – con cui cercate di prevenire questi crimini”. E chiosa:

“Tutti dobbiamo impegnarci affinché ogni persona umana, e specialmente i bambini, sia sempre difesa e protetta”.








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