2015-05-02 08:29:00

Messaggio vescovi argentini: ricreare una cultura del lavoro


“Ricreare una cultura del lavoro”: questo l’appello della Conferenza episcopale argentina (Cea) in un messaggio diffuso il 1.mo maggio, Festa del lavoro. Esprimendo, innanzitutto, la loro vicinanza a coloro che “vengono sfruttati da lavori indegni e mal pagati, a coloro che operano in nero, privi di diritti, ai disoccupati, soprattutto ai giovani, posti ai margini della società”, i presuli argentini sottolineano che “un lavoro decente è fondamentale per la dignità e lo sviluppo integrale delle persone” e che è necessario porre tale problematica tra “gli obiettivi condivisi da tutte le forze politiche”, affinché diventi “una delle priorità dello Stato”.

Promuovere rispetto nel campo lavorativo
Quindi, la Cea si rivolge a tutti i partecipanti della società: ai lavoratori chiede di “operare con fedeltà e responsabilità, rispettando i colleghi, promovendo il dialogo, l’armonia e la solidarietà nell’ambiente lavorativo, consapevoli del fatto che il bene comune si costruisce tutti insieme, giorno per giorno”. Ai sindacati, i presuli chiedono di “rappresentare fedelmente i veri interessi dei lavoratori, lasciando da parte le questioni personali in favore del bene comune del movimento operario e sfruttando i negoziati collettivi per la difesa di un salario equo e di condizioni lavorative sicure”. Il tutto, rimarcano i presuli, “sempre nell’ambito della legge”.

Anteporre il bene della persona al lucro, abolire il lavoro-schiavo
Poi, la Chiesa argentina chiama in causa gli imprenditori ed i governanti: ai primi, chiede di “anteporre il bene della persona al lucro, guardando al senso solidale delle imprese”, per “il bene degli altri”. I legislatori ed i leader politici vengono, invece, esortati a “dare priorità alla creazione di posti di lavoro produttivi e di qualità, incentivando le imprese, facilitandone la crescita e lo sviluppo, garantendo l’abolizione del lavoro-schiavo ed in nero”. In particolare, si auspicano azioni concrete per contrastare la disoccupazione giovanile.

Lavoro dignitoso crea società più giusta
E gli stessi giovani diventano destinatari di un ulteriore appello dei vescovi: a loro si chiede di “prepararsi a fare un lavoro creativo e valido per la comunità, impegnandosi nel campo occupazionale come per una vocazione ed evitando la tentazione di pretendere che tutto sia dovuto”. Infine, la Chiesa argentina esprime l’auspicio che gli educatori, “con la loro parola e la loro testimonianza, contribuiscano a ricreare la cultura del lavoro, preparando i giovani ad assumersi le loro responsabilità ed a contribuire alle comunità di appartenenza”. Il messaggio si conclude con la sottolineatura al fatto che un lavoro dignitoso porta “ad una società più giusta”. (I.P.)








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