2015-04-28 15:31:00

Vaticano: Francesco e Ban Ki-moon a colloquio sull'ecologia


La Casina Pio IV in Vaticano, sede della Pontificia Accademia per le Scienze Sociali, è stata teatro di un seminario dedicato al tema “Proteggere la terra, nobilitare l'umanità. Le dimensioni morali dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile”. Prima dell’inizio dei lavori, Papa Francesco si è intrattenuto a colloquio privato con il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che ha poi tenuto la relazione d’apertura. Presente ai lavori anche il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Il servizio della nostra inviata, Francesca Sabatinelli:

"Sono qui perché ho bisogno del supporto morale e spirituale del Papa". Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon lo ha chiesto apertamente a Francesco, incontrato stamattina in privato per circa mezz’ora prima di prendere parte al Seminario in Vaticano. Un colloquio che è stato occasione per Ban Ki-moon di ringraziare il Papa di aver accettato di parlare alle Nazioni Unite il prossimo 25 settembre durante il suo viaggio negli Stati Uniti. Ban ha espresso quindi attesa per il suo discorso e per la prossima Enciclica papale, dedicata appunto all’ambiente, e ha quindi illustrato al Papa gli impegni delle Nazioni Unite per le questioni ambientali, così come dei migranti e delle drammatiche situazioni umanitarie nei Paesi colpiti da conflitti.

Sui cambiamenti climatici occorre alzare la guardia, è l’allarme del segretario generale dell'Onu, è un fenomeno che riguarda la salute pubblica, le migrazioni, lo sviluppo, i diritti umani. E la risposta ai cambiamenti climatici deve essere globale, olistica. Occorre un cambiamento dei comportamenti e degli stili di vita per affrontare i mutamenti climatici e scienza e religione sono totalmente alleate. Proteggere l’ambiente e chi soffre, ha quindi continuato, è un imperativo morale urgente, la maggiore responsabilità è dei Paesi sviluppati, ma anche i Paesi in via di sviluppo devono “stabilire una traiettoria di sviluppo sostenibile con il rispetto ambientale”.  Il segretario generale dell’Onu usi augura quindi che gli Stati agiscano in modo unito e determinato, perché occorre raggiungere un accordo globale, e in questo senso il summit di Parigi del prossimo dicembre “sarà un punto di svolta e poi bisognerà applicare quanto verrà deciso”.

Ban Ki-moon ha poi affrontato il drammatico capitolo dei migranti e delle morti nel Mar Mediterraneo, divenuto ormai – ha detto – un mare di lacrime. A morire sono i poveri e i vulnerabili, che fuggono da guerre, povertà e persecuzioni, la priorità è proteggere le loro vite e la dignità umana. “Distruggere i barconi non è la strada giusta”, ha quindi sottolineato spiegando che “occorre fermare gli scafisti che li usano”. Non c’è alternativa al dialogo e alla soluzione politica, quindi, ha concluso Ban Ki-moon, che ha sollecitato l’apertura di corridoi umanitari e indicato come possibile soluzione il pattugliamento dei mari così come fu la missione "Atalanta" dell’Unione Europea attivata nel 2008 per sconfiggere la pirateria lungo le coste della Somalia.

 








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