2015-04-27 12:59:00

S. Giovanni XXIII. Mons. Dolcini: Santo del Concilio, innamorato della Chiesa


Oggi si festeggia il primo anniversario della Canonizzazione di Papa Giovanni XXIII, il “Papa Buono” che ha avviato l’esperienza più importante della storia contemporanea della Chiesa, il Concilio Vaticano II. Un anno importante per il comune natale di Angelo Roncalli, Sotto il Monte, che ha lavorato per un ampio progetto di rilancio della figura del Santo e del suo territorio. Ce ne parla Mons. Claudio Dolcini, parroco e presidente dell'Associazione Papa Giovanni Sotto il Monte Giovanni XXIII, al microfono di Claudia Minici:

R. – Abbiamo esposto nei locali di accoglienza della Casa del Pellegrino le fotografie degli eventi più importanti che hanno interessato lo scorso anno, l’anno della Canonizzazione: un album fotografico che racconta le meraviglie dello scorso anno. Abbiamo anticipato ieri la festa solenne, presieduta dal nostro vicario generale, per dire grazie ad un anno dalla Canonizzazione. La vita del santuario è quella di accogliere continuamente i gruppi e la gente che, in maniera ininterrotta, viene a pregare attraverso la figura di Papa Giovanni.

D. – La vostra missione è diffondere la conoscenza della figura di Papa Giovanni. La Canonizzazione ha avvicinato nuovi fedeli?

R. – Sì, la Canonizzazione ha amplificato un poco la figura di Papa Giovanni e, legandola anche alla figura di Giovanni Paolo II, ha dato ancora più forza alla dimensione del Concilio: Papa Giovanni è conosciuto come il "Papa Buono", ma si è un po’ dimenticata questa dimensione del Concilio e la canonizzazione ha rivalutato questa grande esperienza, che di fatto è il lavoro più grosso di Giovanni XXIII. I pellegrini che vengono qui a Sotto il Monte, li introduciamo a questi due tratti fondamentali della figura e della Santità di Giovanni XXIII, che sono il Concilio da una parte e la tematica della pace dall’altra, che è una tematica forte: non dimentichiamo che pochi giorni prima della sua morte pubblicò quella grande Enciclica, che è ancora attualissima, la “Pacem in terris”.

D. – Si chiude, quindi, un anno importante. E’ cambiato qualcosa?

R. – Ci siamo strutturati meglio per l’accoglienza dei pellegrini: abbiamo realizzato un percorso particolare per i bambini e per i ragazzi delle scuole sulla figura di Papa Giovanni, attraverso la realizzazione di un cartoon e la preparazione di alcuni accompagnatori spirituali adatti. Abbiamo poi messo in campo alcuni eventi durante l’anno. Accanto a me, ho costituito un comitato che aiuti nella promozione e nella gestione di questa attività. Il 17 ottobre saranno a Sotto il Monte i padri frati della Comunità di Taizé, che faranno qui la preghiera di Taizé: verranno proprio per il forte legame con Giovanni XXIII.

D. – Conoscere e amare Papa Giovanni equivale a conoscere e amare la Chiesa. Ripercorrere la vita di questo Papa può aiutarci, quindi, ad approfondire la storia della nostra fede?

R. – Se c’è un Santo che fu obbediente e innamorato della Chiesa fu proprio lui; se conosciamo un poco la sua storia, che lo prepara a diventare Pontefice, fu la storia di un uomo che ha servito la Chiesa sempre. Nel santuario si fece questa grande palizzata in ferro che dice proprio: “un Santo non è un eroe come nella vita civile; un Santo è continuamente accompagnato dall’obbedienza, dalla fedeltà e dal servizio alla Chiesa”.








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