2015-04-27 20:30:00

Nepal: popolazione stremata, Cei stanzia 3 milioni di euro


Il Nepal continua a tremare e sarà così forse ancora per quindici giorni. La magnitudo prevista resta alta, seppur non superiore ai 7.9 del sisma di sabato scorso che, secondo gli ultimi dati, avrebbe ucciso oltre 4000 persone e ferite circa 7000, tra Kathmandu e la città di Pokhara. Tragedia anche sulle pendici dell’Everest: almeno quattro gli italiani morti e decine gli escursionisti dispersi. Ong e comunità internazionale stanno organizzando i soccorsi: domani il primo cargo di aiuti alimentari dell’Onu arriverà a Kathmandu stanotte i primi aiuti Unicef. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Si prepara la terza notte da trascorrere all’addiaccio per decine di migliaia di sfollati negli spazi verdi di Kathmandu e degli altri centri della vallata colpiti dal sisma di sabato. Circa 100 mila i soldati impegnati nei soccorsi, ma finora le autorità non sono riuscite ad organizzare la distribuzione di acqua, cibo e generi di prima necessita' e chi può si sta organizzando con mezzi di fortuna. Altissimo è il rischio epidemie senza servizi, con gli ospedali al collasso e medici che prestano soccorso anche in strada. Secondo Pius Perumana, direttore di Caritas Nepal, le vittime potrebbero salire a 6000.Sentiamolo al microfono di Charles Collins:

R. - The situation is bad…

La situazione è grave, davvero grave: la gente si trova per strada senza un tetto sulla testa; alcuni sono riusciti a organizzarsi con dei fogli di plastica per potersi riparare… Ma molti restano all’aperto senza niente. In tante zone di Kathmandu è piovuto e le temperature sono scese molto. Inoltre c‘è il problema della scarsità di generi alimentari, acqua potabile... La popolazione ha bisogno immediato di ripari, cibo, kit igienici. Le operazioni di soccorso continuano senza sosta perché molte persone sono rimaste intrappolate all’interno degli edifici crollati: non sappiamo nemmeno se queste persone sono vive o morte. Qui c’è un’atmosfera di disperazione.

D. - Lei stava parlando di Kathmandu. Abbiamo notizie di cosa sta accadendo al di fuori della capitale?

R. - We have some indoor information…

Abbiamo delle informazioni locali, stanno arrivando i bilanci delle vittime dai diversi distretti. In alcuni quartieri periferici non è rimasta in piedi neanche una casa. Alcuni villaggi sono stati completamente rasi al suolo, la gente si trova in strada. Anche loro hanno bisogno di aiuti immediati, di trasporti... Da alcune delle nostre missioni, che abitualmente raggiungiamo con tre giorni di cammino a piedi, riceviamo notizia di gravi devastazioni, ma qualsiasi genere di aiuto può arrivare soltanto via elicottero, che però noi non possiamo organizzare. Ci sono molte zone di periferia in situazioni simili, ma non è facile raggiungere questi luoghi… La devastazione è in tutto il Paese …

Terrore anche sulle pendici dell’Everest: decine i dispersi, almeno 4 finora i morti italiani. "Servono al piu' presto cinque milioni di dollari per una prima risposta umanitaria", fa sapere l’Organizzazione mondiale della sanità che in nottata farà arrivare sul posto i primi medici. La Conferenza episcopale italiana ha stanziato 3 milioni di euro, stessa cifra è stata promessa dall’Unione europea e le Ong stanno aprendo conti correnti e sms solidali. Allerta particolare per bambini: forse addirittura due milioni sono a rischio.A lavoro in Nepal c’è anche SOS villaggi dei Bambini. Abbiamo raccolto a questo proposito la testimonianza della portavoce Elena Cranchi :

R.- La situazione in questo momento è assolutamente drammatica e confusa: i dati relativi ai bambini non sono certi. Abbiamo letto le dichiarazioni dell’Unicef che riportano un milione di bambini in difficoltà. Ovviamente non sappiamo ancora quanti sono i bambini soli. Quello che stiamo facendo è allestire campi nei due villaggi vicini all’epicentro . Con le autorità locali e con la Croce Rossa stiamo cercando di registrare e identificare i bambini che si aggirano soli nella aree. La grande preoccupazione è che possano essere presi non dalle famiglie d’origine. E’ quindi un lavoro lungo e delicato. Da oggi è attivo un sms solidale 45591:mandarlo per sostenere le associazioni impegnate in Nepal può davvero aiutare questa popolazione ad uscire da questa tragedia.

La testimonianza di Shyam Citracar, commerciante di Khatmandu:

R. – Adesso io e la mia famiglia stiamo bene, ma tanti altri non stanno bene e ci sono tanti morti…

D. – Qual è la situazione in città, a Kathmandu?

R. – Katmandu è un disastro! Tutte le piazze sono distrutte, tanti templi sono crollati. Sabato ero a lavoro e davanti al mio negozio c’era un tempio: ho visto il tempio che crollava… Una cosa incredibile! Mai vista una cosa del genere nella nostra vita.

D. – Al momento manca l’elettricità?

R. – No, adesso è tornata. Cibo e acqua ancora ne abbiamo, ma ho sentito che in tanti altri posti, invece, c’è il problema dell’acqua, che stanno iniziando a distribuire.

D. – Stanno arrivando gli aiuti?

R. – Sono arrivati aiuti dall’India e dalla Cina. Hanno portato medicine e generi di prima necessità.

D. – Dove si trovano adesso i sopravvissuti, gli sfollati? Come sono assistiti?

R. – Stiamo soprattutto facendo tra noi. Anche per il governo è difficile riuscire ad andare ovunque, perché il terremoto non ha colpito solo Kathmandu, ma tutto il Nepal. Ci sono tanti villaggi che non si riescono a raggiungere in macchina e dove stanno cercando di andare con gli elicotteri. Il governo sta facendo il suo massimo. A Kathmandu, ci stiamo organizzando fra di noi: quello che troviamo a casa – chi ce l’ha - lo portiamo fuori ed organizziamo delle tende.

D. – La sua casa ha retto al terremoto?

R. – La mia casa ha retto, però ieri è arrivata un’altra scossa molto forte. Ero proprio fuori dalla mia casa: questo terremoto è stato qualcosa di incredibile. Non riesco a spiegarlo con le parole: tutti i nepalesi hanno una paura indescrivibile.

D. – Oltre alle scosse di assestamento, c’è stata anche la pioggia che ha reso più difficile i soccorsi…

R. – Questo è vero. Ieri notte è piovuto tantissimo e forte. Tutti i fratelli che erano sotto le tende hanno avuto molte difficoltà: la tenda non è certo sufficiente a sopportare tanta acqua. In questo momento mi trovo al campo, tra gli sfollati, e il cielo è veramente molto scuro. Dicono che anche questa sera pioverà forte.

D. – Sentendo anche le necessità delle persone e dei suoi amici che sono sfollati, quali sono le emergenze, cosa serve subito?

R. – Adesso ci servono le medicine e le tende. Oggi è il terzo giorno e, più andremo avanti, più sarà difficile. A tanta gente serviranno le medicine, anche perché c’è il rischio dell’arrivo di malattie.

D. – La macchina dei soccorsi, anche internazionale, si è già messa in moto: c’è stata solidarietà da tutto il mondo. Ieri il Papa ha pregato. Lei è indù: cosa sente di questa vicinanza?

R.  – Grazie al Papa e grazie a tutti coloro che hanno pregato per noi. Ho saputo ieri che il Papa, in Vaticano, ha pregato: andando su Facebook, ho saputo che il Papa in piazza ha pregato per il Nepal.

D. – Si sente di mandare un messaggio di speranza per la popolazione del Nepal?

R. – Dico alla popolazione del Nepal di essere coraggiosa e di rimanere unita, aiutandoci gli uni gli altri.

Per sostenere gli interventi Caritas in corso, si possono inviare offerte a Caritas Italiana, via Aurelia 796 – 00165 Roma, tramite C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Asia/Terremoto Nepal”.








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