Giovanni Paolo II continua ad accompagnarci “nelle vie della fede, della speranza e della carità”. E’ uno dei passaggi dell’omelia pronunciata dal cardinale Stanislao Dziwisz nella Messa in San Pietro, celebrata stamani, in occasione del primo anniversario della Canonizzazione di Karol Wojtyla. Alla Messa, presieduta dal cardinale Angelo Sodano, ha preso parte una folta delegazione di fedeli da Cracovia, diocesi natale del Papa Santo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Canti in polacco alternati a canti in latino, i fedeli della “sua” Cracovia in preghiera a pochi passi dalla sua tomba. L’emozione dei celebranti, già collaboratori del Papa Santo “venuto da lontano” ma ormai “sempre vicino” al cuore della Chiesa. Così, nella Basilica di San Pietro si è vissuto un intenso momento di gioia e gratitudine per il dono della Canonizzazione di Karol Wojtyla a un anno dalla memorabile “Giornata dei 4 Papi”: Francesco e Benedetto sul sagrato, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II sugli altari .
Wojtyla, uomo di preghiera e azione
Nell’omelia, il segretario di una vita di Giovanni
Paolo II, il cardinale Stanislao Dziwisz ha messo l’accento sull’insegnamento più
grande che ci ha lasciato Papa Wojtyla, attinto dal Concilio Vaticano II: “la santità
non è un privilegio solo di pochi”, ma è “la vocazione universale del Popolo di Dio”.
Per l’attuale arcivescovo di Cracovia, Giovanni Paolo II fu “uomo di preghiera, di
contemplazione e di azione”, un “mistico del servizio” innamorato di Gesù Cristo e
questo amore “ha preso forma di un instancabile servizio alla Chiesa e al mondo”.
Il Papa della Divina Misericordia
“Świętego Jana Pawła II możemy nazwać Papieżem Bożego
Miłosierdzia…”
San Giovanni Paolo II, ha proseguito, è il “Papa della
Divina Misericordia”, un tratto – ha detto – che lo lega fortemente a Papa Francesco.
Per entrambi, ha osservato, al centro della vita della Chiesa di oggi” va posta “la
realtà della divina ed umana misericordia”. Papa Wojtyla, ha soggiunto, è stato anche
profetico sul matrimonio e la famiglia, sulla dignità della vita umana, “specie quella
indifesa”.
Mantenere viva l’eredità di Giovanni Paolo II
Tuttavia, ha osservato il porporato polacco, “non
viviamo solo di ricordi”, ci sono “nuove sfide che toccano la Chiesa”:
“Jeżeli chcemy pozostać wierni dziedzictwu św.
Jana Pawła II…”
“Se vogliamo rimanere fedeli all’eredità di Giovanni
Paolo II – ha affermato – dovremmo coraggiosamente camminare per la strada dell’amore
di Dio e del prossimo, cioè per la strada della santità. Questo è il compito quotidiano
posto davanti a noi”. Ed ha ribadito che “abbiamo in cielo un grande intercessore
per le nostre cause personali, familiari e sociali”. Giovanni Paolo II è rimasto
“in modo diverso, ma anche più profondo nella vita della Chiesa” e ci “accompagna
nelle vie della fede, della speranza e della carità”.
Il Papa dei giovani, l’attesa per la Gmg di Cracovia
Non poteva poi mancare un riferimento all’amore speciale
che Karol Wojtyla aveva per i giovani, le sue “sentinelle del mattino” che fin dall’inizio
del Pontificato definì “speranza della Chiesa”:
“Jakże nie podziękować – dziś, w tej Bazylice –
Ojcu Świętemu Franciszkowi…”
“Come non ringraziare, oggi, in questa Basilica –
ha detto il cardinale Dziwisz – il Santo Padre Francesco per la decisione di vivere
la prossima Giornata Mondiale della Gioventù con lui, tra un anno, a Cracovia?”. “Spalanchiamo
le porte della Patria di Giovanni Paolo II – ha esortato – Apriamo le porte al Pietro
dei nostri tempi e alle folle dei giovani cristiani. Vogliamo condividere la nostra
fede e vogliamo imparare da loro l’entusiasmo della fede”.
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