2015-04-26 10:46:00

Sindone: pellegrinaggio di giovani romani. Nel volto di Cristo la vita donata


“Lasciatevi contemplare dal volto della Sindone, non cercatelo voi, li non c’è morte ma il preludio alla Resurrezione e restate in silenzio… il Signore vi parlerà lui” Così l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, ha salutato ieri pomeriggio gli oltre 200 universitari romani che si sono recati nel capoluogo piemontese per visitare la Sindone. L’iniziativa è stata promossa dall'Ufficio per la Pastorale universitaria del Vicariato di Roma in collaborazione con l’Opera Romana Pellegrinaggi. Il servizio di Marina Tomarro:

Cercare il volto dell’uomo dei dolori, vedere da vicino le sue sofferenze, ma anche quell’amore più grande che lo ha portato a donare la propria vita per la salvezza dell’umanità. Il vescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi delegato per la pastorale universitaria diocesana di Roma:

R. – Credo che l’esperienza più importante del pellegrinaggio sia occasione di riflettere che il Signore Gesù ha un volto! La Sindone aiuta il credente a comprendere come Colui che incontra sia una persona reale, concreta, storica e storicamente raggiungibile anche oggi. Ecco perché credo che la Sindone possa essere un grande aiuto, soprattutto per i giovani che vogliono decidere le grandi scelte della propria vita in riferimento alla fede cristiana. Dunque non è una pura esperienza religiosa, ma la consapevolezza che le loro scelte devono essere radicate in un rapporto personale con Cristo che ha un volto ben definito.

D. – Qual è il messaggio dell’Uomo della Sindone che arriva a questi giovani, secondo lei?

R. – Credo che per i giovani sia una forza per ripartire; credo che il sapere -  anche a partire dai brani evangelici - che quel lenzuolo sia stata conservato per alcune ore nel sepolcro, dia un ulteriore segno che davvero quel volto non è una sofferenza fine a se stessa, ma è preludio di una vita più grande, che è la vita del Risorto.

E grande è stata per i ragazzi l’emozione di poter finalmente incontrare da vicino il volto dell’ Uomo della Sindone. Ascoltiamo i loro commenti:

R. – Vedere la Sindone, vedere raffigurati i tratti di Gesù e capire la sua sofferenza è stato qualcosa di grande! Non sarei mai voluta andare via…. Non è esistito più nulla: esistevo io e Gesù. Ho pensato che il suo amore è veramente grande per noi.

R. – E’ stata una grande emozione. In realtà è durata – purtroppo – poco la visita: sarei voluta, anche io, restare tanto tempo a guardare questa Sindone.

R. – L’emozione che mi ha suscitato è stata molto forte, perché vedere tutte le ferite e e soprattutto quel costato mi ha provocato un senso sì di tristezza, ma allo stesso tempo di gioia, perché so che quelle ferite erano per me e per il mondo intero.

D. – La Sindone ci richiama fortemente alla Passione di Gesù: quanto è importante ricordare la Passione di Gesù nella tua vita?

R. – Nel momento in cui mi si presenta qualche problema, io penso a quello che ha sofferto e a quello che ha passato Gesù e mi dico: “Forse il mio problema non è realmente assolutamente un problema!”.

R. – Pensare alla sua Passione, pensare a tutto ciò che Lui ha passato, rafforza la mia vita, rafforza il mio essere persona e rafforza la mia vita quotidiana.

D. - Cosa racconterai quando tornerai a casa ai tuoi amici che non sono potuti venire a Torino a vedere la Sindone?

R. – Sicuramente consiglierò loro di venirci il prima possibile, perché è una esperienza che ti può cambiare la vita. Se Cristo ti chiama, non puoi dirgli di no!

R. – Appena uscita dalla visita alla Sacra Sindone ho chiamato la mia amica per descriverle sia l’emozione che c’è stata, sia anche per dirle di venire a visitarla, perché c’era qualcosa che realmente rappresenta Gesù.

R. – Io sicuramente oltre al “cosa” e quindi al consigliare loro di venire, direi il “come” e cioè di prepararsi prima: che non sia ridotto ad un gita, ma ad un vero pellegrinaggio effettivo. 








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