2015-04-26 15:16:00

La gioventù salesiana del Lesotho dice no alla xenofobia


I giovani che frequentano gli Istituti salesiani a Maseru, in Lesotho, lo hanno scritto su un semplice foglio di carta, con la semplicità e l’immediatezza di chi sa che sta affermando qualcosa che dovrebbe essere ovvio: il no alla xenofobia. L’iniziativa si è tenuta in solidarietà con il confinante Sudafrica, scosso da tempo da violenze e scontri che vedono protagonisti i giovani sudafricani impegnati nell’attaccare le minoranze immigrate nel Paese. Solo nelle ultime settimane – spiega l’agenzia salesiana Ans - negli attacchi a Durban e nei sobborghi di Johannesburg, sono rimaste uccise 6 persone.

Dal 2008 ad oggi, più di 350 stranieri uccisi
Ad essere colpiti spesso sono i negozi e le attività commerciali degli stranieri, ritenuti “colpevoli” di sottrarre lavoro ai sudafricani. Molti immigrati dei Paesi vicini, come Zimbabwe, Mozambico, Malawi e Lesotho, hanno dovuto richiedere la protezione della polizia e diverse migliaia stanno rimpatriando, anche su invito dei rispettivi governi. Secondo il Centro delle migrazioni africane dell’università di Witwatersrand, dal 2008 ad oggi, in Sudafrica, sono stati oltre 350 gli stranieri uccisi e la maggioranza di questi crimini è rimasta impunita.

L’appello della Chiesa al rispetto della legge ed al dialogo
Nei giorni scorsi, la Chiesa sudafricana ha più volte condannato tali atti: in un messaggio di protesta, il card. Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, ha ribadito che "la xenofobia è contraria alla Costituzione del Sudafrica, all’umanesimo africano e alla fede cristiana, che vuole costruire ponti e non mura di difesa”. Sulla stessa linea anche l’Istituto dei gesuiti del Sudafrica (Jisa), per il quale simili avvenimento rappresentano “un altro episodio della vergognosa storia di xenofobia nel Paese”, dopo l’apartheid. Per questo, il Jisa esorta al “rispetto della legge ed al dialogo tra i leader religiosi, i rappresentanti delle istituzioni ed i commercianti per puntare su un sistema di educazione civica che guardi al contributo positivo che gli immigrati danno al Sudafrica, dal punto di vista sociale ed economico”. (I.P.) 








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