Sono circa 8mila gli sfollati del Burundi rifugiatisi in Rwanda, ai quali la Caritas di Kigali sta portando il suo aiuto. Una cifra cresciuta nel giro di poco tempo, a causa dell’accrescersi delle violenze perpetrate dai miliziani di “Imbonerakure”: traducibile letteralmente come “Coloro che vedono lontano”, tali miliziani rappresentano l’ala giovanile del partito attualmente al potere e sono i responsabili di minacce ed uccisioni di diversi esponenti dell’opposizione.
Allestiti due Centri di accoglienza
Di qui, la fuga di molti burundesi verso il Rwanda, tra i quali molti bambini, accompagnati
dalle loro madri. Due i Centri di accoglienza allestiti dall’Onu a Bugusera e a Nyanza
e numerosi gli sfollati già incontrati dal segretario generale di Caritas Rwanda,
padre Anaclet Mwumvaneza, il quale chiede urgentemente aiuti di prima necessità: kit
igienico-sanitari, abiti e zanzariere.
Tensioni in vista delle presidenziali di giugno
In Burundi, il clima è particolarmente teso in vista delle elezioni presidenziali
che si terranno il 26 giugno. Già nei mesi scorsi, i vescovi di Bujumbura si sono
dichiarati contrari ad un terzo mandato per il Presidente Pierre Nkurunziza, eletto
nel 2005, riconfermato nel 2010 ed alle prese con un tentativo di modifica della Costituzione
per poter concorrere ad un terzo mandato. “Interrogando il nostro cuore di cittadini
che amano il loro Paese e come pastori della Chiesa che non vogliono vedere il Burundi
ricadere nelle divisioni, negli scontri o nella guerra – hanno scritto i presuli in
una dichiarazione - affermiamo che i burundesi hanno convenuto, senza alcuna ambiguità,
che qualsiasi persona eletta per dirigere il Paese non può andare oltre due mandati
di cinque anni ciascuno”. (I.P.)
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