Il patriarca caldeo Louis Raphael I Sako ha compiuto una visita ufficiale in Turchia, incontrando fedeli e visitando luoghi di culto della tradizione caldea in terra ottomana. Fra i momenti salienti del viaggio il faccia a faccia con Bartolomeo I al Fanar, il quartiere greco di Istanbul dove sorge la cattedrale di San Giorgio. L’incontro - riferisce l'agenzia AsiaNews - è avvenuto mercoledì scorso e ha confermato il legame di vicinanza e solidarietà fra patriarcato ecumenico di Costantinopoli e la Chiesa caldea, vittima da tempo di violenze e persecuzioni da parte delle frange islamiste e dei jihadisti in Iraq.
Bartolomeo ha invocato la pace nella regione
Bartolomeo I ha accolto con tutti gli onori il patriarca Sako e la delegazione caldea,
esprimendo “vicinanza” ai cristiani in Iraq, che vivono “circostanze difficili”. Il
patriarca ecumenico ha sottolineato il desiderio che possa tornare a “regnare la pace
nella regione”, usando le stesse espressioni utilizzate pochi mesi fa da Papa Francesco
nel suo viaggio apostolico in Turchia: “Non è possibile immaginare un Medio Oriente
senza cristiani”.
Affrontato il tema della unificazione delle feste cristiane
In risposta, Mar Sako ha ringraziato per l’accoglienza e per la preghiera e, in particolare,
per la decisione del patriarcato ecumenico di aprire le porte agli immigrati che “possono
così celebrare la Messa”. Inoltre ha sottolineato l’importanza “dell’unità dei cristiani”,
perché “nell’unità è la nostra salvezza, la nostra forza”. I due leader cristiani
hanno anche affrontato il tema della unificazione delle feste cristiane, come testimonianza
di unità e fraternità. Prima di incontrare Bartolomeo I, la delegazione caldea nei
giorni precedenti aveva visitato alcuni fra i luoghi più importanti della storia della
chiesa caldea locale.
Sako ha ricordato la dolorosa pagine dell'eccidio armeno-assiro
A seguire l’incontro con i giornalisti, durante il quale si sono affrontati diversi
temi fra cui gli interventi del Vaticano e dell’Unione Europea in merito all'eccidio
armeno e assiro del 1915. “Questa storia è dolorosa - ha sottolineato il patriarca
caldeo - dobbiamo imparare da essa per non ripetere più simili tragedie, allontanando
la mentalità della guerra e della lotta. Dobbiamo invece promuovere una cultura della
pace e del rispetto reciproco, perché non c’è futuro senza pace”. Il Papa, ha aggiunto
sua beatitudine, ha denunciato questi fatti storici, per denunciare quanto sta accadendo
oggi, leggi il genocidio e lo spostamento di massa in atto in Iraq, in Siria, in Yemen
e in Libia.
L’incontro con il governatore di Istanbul
Oltre a Bertolomeo I il patriarca Sako ha incontrato il governatore di Istanbul, Vasif
Sahin, col quale è emersa l’importanza dell’educazione religiosa e di una nazione
aperta, capace di rispettare il valore della persona umana, creatura di Dio. “Le guerre
sono una vergogna, un’assurdità” ha sottolineato sua beatitudine, per questo “dobbiamo
imparare dalla storia per promuovere la coesistenza e il raggiungimento della pace
e della stabilità nel mondo”. Oggi non è ragionevole parlare di jihad o guerra santa,
come succedeva nei secoli passati. “Non esiste una guerra giusta” chiariscono i due
leader, e la Turchia con il suo governo laico “può contribuire nel percorso di separazione
fra Stato e religione”. “Se vogliamo fare un passo in avanti - ha concluso il patriarca
- non vi è altra scelta. La religione è un rapporto personale con Dio, mentre la società
e di tutti”. (J.M.)
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