2015-04-23 16:49:00

Carceri, il recupero dei detenuti passa per il lavoro


Il sistema carcerario in Italia "costa 3 miliardi l'anno", eppure "ha i tassi piu' alti di recidiva in Europa". Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando parlando a Roma a un convegno sul lavoro in carcere organizzato, tra gli altri, dall' Alleanza delle cooperative sociali. Proprio la possibilità di un’occupazione o di ottenere un titolo di studio sono passaggi fondamentali per il recupero di chi è detenuto. Alessandro Guarasci:

Solo una minima parte dei detenuti lavora: le statistiche ufficiali a fine 2013 dicevano il 20%. Certo, Mafia Capitale, dove hanno giocato un ruolo le cooperative di Buzzi composte anche da ex carcerati, ha dato un colpo al lavoro in carcere. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando:

“Ci sono molte esperienze di buone pratiche realizzate dalle cooperative. Il punto fondamentale è che non ci si limiti a quelle esperienze. L’ambizione che io ho è di trasformare queste buone esperienze in qualcosa che assomigli di più alla media delle condizioni che si realizzando all’interno del carcere italiano”.

Eppure la recidiva tra chi impegnato in un’occupazione è bassissima: il 10%. Ora bisogna far ripartire quelle esperienze di lavoro, come d’altronde succede nel resto d’Europa. Giuseppe Guerrini, presidente delle coop sociali di Confcooperative:

“Tutte le evidenze confermano che il lavoro in carcere è indispensabile per costruire dei progetti di reinserimento e di recupero delle persone detenute e quindi il buonsenso porterà sicuramente lì”.

Le esperienze positive sono tante. Tra queste, Edmondo Tarabini, che dopo vent’anni di tossicodipendenza, grazie al lavoro in carcere ha saputo costruire il suo domani:

“Solo dopo, a metà carcerazione, quando mi è stato insegnato da che parte guardare, ho capito che quella carcerazione poteva essere il punto di svolta”.

 

 

 








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