2015-04-20 08:08:00

L'addio al rabbino Toaff: l'abbraccio con il Papa in sinagoga


Si è spento ieri sera nella sua abitazione a Roma, Elio Toaff, rabbino capo emerito della Comunità ebraica della capitale che guidò dal 1951 al 2001. I funerali di Toaff, che avrebbe compiuto 100 anni il prossimo 30 aprile, verranno celebrati oggi a Livorno, sua città natale. Ancora forte il ricordo del suo incontro nella Sinagoga di Roma, nel 1986, con Giovanni Paolo II. Sentiamo Giancarlo La Vella:

Oggi l’ultimo saluto nella sua Livorno, dove Elio Toaff studiò sotto la guida del padre Alfredo, anch’egli rabbino. Poi la laurea in giurisprudenza, poco prima che le leggi razziali cacciassero tutti gli studenti ebrei dalle università. Quindi la partecipazione alla Resistenza.  Nel 1951 fu chiamato a Roma, dove rimase capo spirituale della sua comunità per 50 anni. Un ruolo durante il quale il dialogo con i cristiani fece notevoli passi avanti, culminati con la storica visita di Giovanni Paolo II nella Sinagoga il 13 aprile 1986, che, ai microfoni della Radio Vaticana, commentò così:

R. - "E' veramente un ricordo che mi accompagna sempre, perché avevamo intessuto un rappoorto di vera amicizia. Non immaginavo che potesse avere un tale effetto. Abbiamo passato non soltanto una giornata, ma parecchie giornate insieme. Debbo dire che era un Papa straordinario, che non faceva pesare la sua autorità, ma la sua autorità veniva fuori proprio da questo, dal fatto che non la facesse pesare". 

D. - Come vede l'amicizia tra ebrei e cristiani?

R. - "Ci ho lavorato tutta la vita, quindi, non la posso vedere altro che bene. Ognuno con le proprie tradizioni, ma ognuno con il rispetto dell'altro".

Rimase profondamente toccato dalle parole del Papa, che chiamò gli ebrei “fratelli maggiori”, tanto da riprendere questa frase nel titolo di un suo libro. Nel ’58, alla scomparsa di Pio XII aveva detto: “Abbiamo avuto l'opportunità di sperimentare la grande compassione e la grande generosità di questo Papa durante gli anni della persecuzione”. Fraterni i rapporti anche con Benedetto XVI, col quale si scambiava costantemente parole augurali. “Un grande della storia, un gigante”, lo ha definito ieri la sua comunità.








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